Morandi, zero controlli dal Mit. I "non ricordo" di Lupi e Delrio. I verbali

Dagli interrogatori emerge che gli ex ministri dei Trasporti non hanno mai richiesto delle verifiche. "Poche risorse". "Non so come avvenissero i controlli"

Politica
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Crollo ponte Morandi: gli interrogatori degli ex ministri dei Trasporti

Sono passati quattro anni ormai dalla tragedia del ponte Morandi, costata la vita a 43 persone a Genova in quel drammatico 14 agosto 2018. Sulla vicenda emergono dei fatti inediti, relativi agli interrogatori fatti a quasi tutti gli ex ministri dei Trasporti che si sono succeduti negli anni nei vari governi. Se è vero, come sostengono i pm, - si legge sul Fatto Quotidiano - che per decenni sono stati falsificati sistematicamente i report su viadotti e gallerie controllati da Autostrade per l’Italia, come è possibile che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non si sia mai accorto di nulla? La Procura di Genova, che indaga sul crollo del Ponte Morandi, lo ha chiesto agli ex ministri in carica dal 2007 (anno di stipula della convenzione): Antonio Di Pietro, Maurizio Lupi e Graziano Delrio. Dall’elenco ne mancano tre: Altero Matteoli, deceduto; Danilo Toninelli, che nell’agosto del 2018 era in carica da soli due mesi; Corrado Passera, mai convocato.

I contenuti di quegli interrogatori, rimasti finora inediti, creano più di un imbarazzo per i governi passati. Dopo il disastro di Genova - prosegue il Fatto - il direttore della vigilanza Vincenzo Cinelli avvia un audit per capire che sorveglianza fosse stata effettuata sul Morandi. La risposta arriva il 27 agosto, a firma del dirigente della IV divisione Giovanni Proietti: nessuna. Tra il 1991 e il 2017 la concessionaria non aveva trasmesso al Ministero un solo report sui controlli di sicurezza, né il Mit lo aveva mai richiesto. L'ex ministro Delrio (Pd): "Ero consapevole che le risorse per una vigilanza concreta e capillare non erano sufficienti, ma pensavo che comunque, alcune verifiche venissero eseguite”. Risposte simili anche da Maurizio Lupi (ex Ndc): "La sicurezza ha sempre costituito una priorità assoluta per me”, ripete anche lui. “Non so dire come avvenissero i controlli (…) Quello che posso dire è che mi sono impegnato a chiedere più risorse”. Anche Lupi rimane sorpreso dall'assenza di verifiche sul campo: "Non ero informato di ciò. Concordo che la funzione di controllo debba prevedere necessariamente un costante flusso di informazioni tra vigilato e vigilante". Un flusso che, per la Procura, durante il suo mandato non c’era.