In UK non si può manifestare pacificamente contro la monarchia, arrestati

Non solo commozione alla morte di Elisabetta II. Antimonarchici UK protestano, arrestati. A Cipro i tifosi ricordano i nonni trucidati dai britannici

di Antonio Amorosi
Politica
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Non a tutti piace la monarchia UK. C’è chi protesta e viene arrestato chi critica e chi ricorda le brutalità britanniche. Gli ultras fischiano la regina che firmò le esecuzioni...

Domenica scorsa un uomo di 45 anni è stato arrestato a Oxford, nel sud dell'Inghilterra, dopo aver gridato "Chi lo ha eletto?", durante la proclamazione pubblica di Carlo III. La polizia scozzese ha confermato al giornale The Guardian che lunedì altre due persone sono state arrestate e accusate di reati relativi all’ordine pubblico perché protestavano contro la monarchia.

Non c’è solo l’Elizabeth-mania in Gran Bretagna con tutti che vogliono un ricordo della regina

Nel Regno Unito non si può manifestare pacificamente contro la monarchia.

Una manifestante pacifica che teneva in alto un cartello di protesta "Not My King", riferito al neo re Carlo, è stata accerchiata da quattro ufficiali di polizia fuori dal parlamento a Londra e allontanata. Il video che riprendeva la donna è diventato virale sui social ed ha scatenato diversi gruppi per le libertà civili per il trattamento riservatole. La donna è stata scortata e allontanata. Le contestazioni erano rivolte chiaramente a Carlo. L’associazione britannica Big Brother Watch ha reagito così su Twitter: “Se le persone vengono arrestate semplicemente per aver tenuto cartelli di protesta, allora è un affronto alla democrazia ed è altamente probabile che sia illegale”.

Un contestatore, che ha definito il principe Andrea, figlio della regina Elisabetta, un "vecchio malato", è stato mostrato in video mentre veniva scortato e portato via dalla polizia. L’uomo si riferiva al coinvolgimento del principe Andrea, accusato di abusi sessuali, nelle vicende del finanziere pedofilo americano Jeffry Epstein. Il principe Andrea avrebbe pagato un indennizzo per un accordo con Virginia Giuffre, che lo accusa di abusi, evitando così una causa civile (si parla di 12 milioni di sterline, il principe si è comunque sempre dichiarato innocente).

L'avvocato e attivista britannico Paul Powlesland ha scritto su Twitter di aver ricevuto un avvertimento da un ufficiale di polizia: rischia l'arresto per aver tenuto un pezzo di carta bianco davanti al parlamento con su una scritta di protesta contro la monarchia: "Hanno confermato che se avessi scritto 'Not My King' su un cartello, mi avrebbero arrestato ai sensi della legge sull'ordine pubblico perché qualcuno poteva sentirsi offeso". Anche l’avvocato è stato circondato da ufficiali di polizia

Sembra che il comportamento delle forze dell’ordine sia il frutto di iniziative di singoli agenti. Anche perché "Il pubblico ha assolutamente il diritto di protestare", ha affermato il vice commissario Stuart Cundy.

Esiste però una la legge del 1986 sull'ordine pubblico del Regno Unito che conferisce alla polizia poteri di arresto per le persone ritenute colpevoli di aver causato "molestie, allarmi o angoscia" attraverso "parole o comportamenti minacciosi o comportamenti disordinati", anche sollevando cartelli.

L’associazione britannica Big Brother Watch ha spiegato il proprio disappunto: "Gli agenti di polizia hanno il dovere di proteggere il diritto delle persone a protestare tanto quanto hanno il dovere di facilitare il diritto delle persone a esprimere sostegno, dolore o rendere omaggio".

Ma non è sola l’associazione c’è anche il gruppo Liberty. Jodie Beck del gruppo ha affermato che il diritto alla protesta è "una parte vitale di una democrazia sana e funzionante", riferendosi alla repressione della libertà di parola e di espressione.

Al minuto di silenzio durante la partita della European Conference League, tenutasi l’8 settembre al Tynecastle Stadium di Edimburgo, tra Hearts (squadra scozzese) e Istanbul Basaksehir gli ultras di casa si sono scatenati in fischi e offese quando nello stadio si è iniziato a cantare “God Save The Queen”.

Se in patria la monarchia inglese viene contestata nelle ex colonie la situazione non è migliore.

Nella Repubblica di Cipro, ex colonia britannica, durante la partita del 9 settembre Omonia Nicosia - Sheriff Tiraspol i tifosi si sono rifiutati di rimanere zitti durante il minuto di silenzio chiesto per onorare la regina.

"In onore di Sua Maestà la Regina Elisabetta, vi prego di attendere un momento di silenzio in sua memoria", ha annunciato lo speaker dello stadio. La folla ha reagito fischiando e deridendo l’annuncio per tutto il minuto e ha anche cantato slogan e canzoni dell’ Omonia. I tifosi inneggiavano e ricordavano i propri nonni trucidati dagli inglesi.

Secondo Cyprus Mail, l'unico quotidiano in lingua inglese pubblicato a Cipro, molti ciprioti hanno a lungo incolpato Elisabetta II, divenuta regina nel 1952, per aver firmato le esecuzioni di manifestanti anticoloniali e combattenti nazionalisti nel movimento per l'indipendenza dell’isola negli anni '50 .