Nardo: “Cartabia politico di razza ma avvocati abbiano più autostima”

Il presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano Vinicio Nardo commenta la riforma della Giustizia

Politica
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“La Ministra Cartabia si rivela un politico di razza ma noi avvocati dobbiamo avere più autostima, unitarietà, responsabilità sociale e coraggio. E guardare al PNRR non solo per la riforma della giustizia ma per le straordinarie opportunità di rilancio in tutti i settori”

Il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano commenta la Ministra della Giustizia Marta Cartabia, la Riforma della Giustizia e il Congresso Nazionale Forense dal punto di vista di Milano.

Roma ha ospitato in questi giorni il Congresso Nazionale Forense nella sua sessione ulteriore, mettendo al centro, con la presenza in apertura della Ministra della Giustizia Marta Cartabia, la Riforma della Giustizia, il PNRR e i cambiamenti che potrebbero rafforzare il ruolo degli avvocati.

“La Ministra Cartabia si rivela un politico di razza”, commenta Il Presidente dell’Ordine Avvocati di Milano, Avv. Vinicio Nardo,” sta imparando, a differenza dell’inizio del suo incarico, che gli avvocati sono parte essenziale della giurisdizione. E infatti ha riconosciuto i nostri problemi quotidiani, denunciandoli lei stessa. E con questo stile ha cercato di impostare una condivisione della Riforma della Giustizia che ovviamente ha luci e ombre e che il Congresso ha su alcuni punti chiesto giustamente di modificare, anche considerando che è stata fatta senza alcun coinvolgimento degli avvocati. (Continua a leggere nella pagina successiva)

Ma gli avvocati devono avere più autostima e non considerare una notizia che il Ministro della Giustizia ci riconosca il nostro ruolo e venga incontro ai nostri problemi che sono i problemi dei cittadini che rappresentiamo e della giustizia che anche l’Europa in questa fase di crisi ancora di più ci chiede di rendere più veloce e più giusta per far ripartire il Paese.

Sulla Riforma della Giustizia ha fatto discutere l’esclusione delle rappresentanze dell’avvocatura dalle commissioni ministeriali, ma non credo sia questo il vero problema quanto, invece, la quotidiana rappresentazione retorica degli avvocati come soggetti interessati unicamente a “mettersi di traverso”, impedendo il trionfo della giustizia. Una narrazione macchiettistica ed illiberale, diretta a paralizzare la politica e riuscendoci.”

“Del resto”, afferma il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano, Vinicio Nardo,” anche noi abbiamo le nostre colpe e sarebbe diabolico sottacerlo. Ci siamo talvolta rifugiati in atteggiamenti vetero sindacali. Spesso abbiamo guardato indietro anziché avanti, apparendo così sintonizzati con le forze dello status quo. Così come non siamo esattamente un modello di unità, come dimostra anche la conclusione del Congresso con la contrapposizione tra le massime rappresentanze nazionali che ci rende più deboli di fronte ai cambiamenti che dobbiamo gestire e non subire. Oggi siamo in lenta e faticosa uscita dalla più grave crisi sanitaria ed economica del secolo.

Il PNRR deve essere per noi avvocati una piattaforma di rilancio, sia per le opportunità professionali che scaturiranno dal nuovo scenario di sviluppo economico e sociale, sia per il ruolo di responsabilità sociale che possiamo interpretare nel rilancio del Paese dando un contributo attivo e competente alle riforme che fanno parte integrante del Piano di Ripresa e Resilienza. E sarebbe un enorme spreco pensare che nel PNRR si ragioni solo di fondi invece che dello sviluppo dei prossimi dieci anni che potrà avere noi come protagonisti interessati. Allo stesso modo sarebbe riduttivo pensare che l'unica riforma del PNRR che ci interessa sia quella della giustizia.”

“Dobbiamo riflettere su una scelta di fondo”, conclude il Presidente Vinicio Nardo,” guardare indietro o avanti. Guardare indietro a quello che si è perso, ai nostri modi consolidati di fare i processi e di rapportarsi con la clientela oppure guardare avanti a quello che verrà, ossia immaginare il futuro, governare la tecnologia per salvare l’anima ai nostri processi, ma anche proporsi con competenze nuove e qualificate per rispondere alle crescenti richieste di specializzazione che provengono da una società sempre più sofisticata.

A noi, a Milano, sembra ovvio che si debba guardare avanti. Dalle specializzazioni all’ingresso di nuovi avvocati con gli esami nella formula emergenziale, dalla digitalizzazione alle mediazioni, dalle diverse iniziative che a Milano stiamo realizzando anche con i Municipi, con la Città Metropolitana e con la Regione per aiutare i tanti cittadini in una difficoltà crescente a causa della crisi da pandemia e le associazioni del terzo settore. Avanti e non indietro.”