Papa Leone XIV decisivo per la fine della guerra in Ucraina. Più dei leader europei. Prevost ha un rapporto privilegiato con Kirill
Il patriarca della chiesa russa è molto ascoltato da Putin
Papa Leone XIV riceve Volodymyr Zelensky a Castel Gandolfo
Il ruolo del Papa è fondamentale per premere sul patriarca russo Kirill per spingere Putin ad accettare un compromesso
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato papa Leone XIV per il suo "sostegno" e per "i suoi appelli per una pace giusta" e ha invitato il pontefice a Kiev. Lo scrive sui social lo stesso Zelensky dopo l'udienza a Castel Gandolfo. "L'Ucraina apprezza profondamente tutto il sostegno di Sua Santità Papa Leone XIV e della Santa Sede, la continua assistenza umanitaria e la disponibilità ad ampliare le missioni umanitarie", scrive Zelensky.
"Durante l'udienza odierna con Sua Santità, l'ho ringraziato per le sue costanti preghiere per l'Ucraina e per il popolo ucraino, nonché per i suoi appelli per una pace giusta. Ho informato il Papa degli sforzi diplomatici con gli Stati Uniti per raggiungere la pace", ha aggiunto. "Abbiamo discusso di ulteriori azioni e della mediazione del Vaticano volta a restituire i nostri figli rapiti dalla Russia. Sono grato a Sua Santità per tutti i suoi sforzi a sostegno dei giovani ucraini. Grazie per questa conversazione e per tutta l'attenzione dedicata al nostro popolo. Ho invitato il Papa a visitare l'Ucraina. Questo sarebbe un forte segnale di sostegno al nostro popolo", ha concluso Zelensky. Il presidente ucraino ha poi incontrato nel pomeriggio a palazzo Chigi la premier Giorgia Meloni.
Il Pontefice è certamente in prima battuta il capo della Chiesa Cattolica ma non va dimenticato che è anche un capo di Stato. Robert Francis Prevost, nato a Chicago il 14 settembre 1955, sta portando avanti il dialogo con le altre chiese e religioni, come dimostra il suo recente viaggio in Turchia e in Libano. E, a differenza di Papa Francesco, ha un rapporto privilegiato con Kirill (Vladimir Michajlovič Gundjaev), capo della chiesa russa e molto ascoltato da Vladimir Putin. E quindi il faccia a faccia con Leone XIV, paradossalmente, è ben più importante di quello di Zelensky con Meloni, Emmanuel Macron, Keir Starmer e Friedrich Merz.
Il Papa, vista la sua influenza ecumenica, può esercitare un ruolo chiave sulla chiesa di Mosca per spingere Putin ad accettare quella che tutti chiamano una pace giusta. Non certo la capitolazione della Russia ma nemmeno l'integrità territoriale dell'Ucraina prima dell'invasione delle forze armate del Cremlino. L'ipotesi che si affaccia all'orizzonte è quella di un congelamento del fronte con una fetta di Ucraina, non tutto il Donbass, che diventerà russa e con il riconoscimento internazionale della Crimea come parte integrante della Federazione russa. In cambio Kiev, grazie anche all'intercessione di Leone XIV, potrebbe ottenere il graduale ingresso nell'Unione europea e garanzie (senza entrare direttamente nella Nato) come quello dell'estensione dell'articolo 5 dell'Alleanza Atlantica per prevenire eventuali futuri attacchi di Mosca.
Restano da definire il numero di militari che l'Ucraina potrà avere e come assicurare la garanzia di sicurezza nella zona di cuscinetto tra i territori ceduti alla Russia e quelli formalmente ancora in mano a Zelensky ma che avranno uno status internazionale speciale con forze da diversi Paesi, forse anche l'Italia, per mantenere lo status quo. Non una pace vera ma una tregua, un cessate il fuoco che cristallizzi i confini modello Corea del Nord e Corea del Sud. In questo il ruolo del Papa è fondamentale per premere sul patriarca russo Kirill per spingere Putin a fermare gli attacchi e ad accettare un compromesso. Che non sarà certo il migliore per Mosca ma comunque garantirà alla Russia quello che voleva, una parte di fetta di Ucraina che, di fatto, è culturalmente e storicamente russa.
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