Patto Draghi-M5S-Pd, esclusivo: se si tocca il RdC cade il governo

RdC, in Consiglio dei ministri bocciata la linea di Lega, Forza Italia e Italia Viva

Di Alberto Maggi
Politica
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Braccio di ferro in Consiglio dei ministri sul reddito di cittadinanza. I ministri Giancarlo Giorgetti (Lega), Renato Brunetta (Forza Italia) ed Elena Bonetti (Italia Viva), hanno chiesto di modificare profondamente il testo, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle. Il ministro pentastellato Stefano Patuanelli ha però difeso a spada tratta la misura, trovando l'appoggio del ministro del Pd Andrea Orlando ma anche del premier Mario Draghi. Alla fine, riferiscono fonti presenti al Cdm, l'impianto del reddito di cittadinanza non è stato modificato. Ma perché il presidente del Consiglio non intende accettare modifiche, se non marginali al RdC? Eppure quasi ogni giorno escono notizie di furbetti in giro per l'Italia o che addirittura arrivano dall'estero, causando un danno alle casse dello Stato e a chi davvero ha bisogno di un aiuto pubblico. Fonti governative ai massimi livelli rivelano ad Affaritaliani.it che "il Reddito di Cittadinanza è un presupposto per la tenuta e la sopravvivenza dello stesso esecutivo".

In sostanza, i vertici del M5S, da Giuseppe Conte ai ministri, Luigi Di Maio, in sede di formazione del governo Draghi hanno posto come condizione per la nascita dell'esecutivo di unità nazionale la sostanziale riconferma per l'anno 2022 del provvedimento tanto caro ai grillini. Non solo, il no a ogni tipo di stravolgimento o abolizione del RdC è anche alla base della sempre più probabile alleanza strutturale tra i 5 Stelle e il Partito Democratico. Ed ecco perché il ministro Orlando, a nome di Enrico Letta, ha difeso la misura insieme a Patuanelli. Draghi, pur sapendo perfettamente che molti punti del RdC sono criticabili e difficilmente difendibili, è di fatto costretto a schierarsi contro ogni ipotesi di cambiamenti radicali, come vorrebbero il Centrodestra e i renziani, altrimenti un minuto dopo il suo governo non ci sarebbe più per l'uscita del M5S ma anche del Pd. E il premier non intende guidare un governo solo di Centrodestra con il sostegno di Italia Viva e delle altre forze di centro. 

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