Pd, il caos a Firenze agita Schlein. Se perde la città, addio segreteria
Lo zampino di Renzi. Un rebus il dopo Nardella
E a giugno ci sono anche le elezioni europee... L'ombra di Gentiloni su Schlein e la profezia di Renzi
Il caso Firenze agita il Partito Democratico e rischia di costare la poltrona di segretaria a Elly Schlein. Il Pd è nel caos in vista delle elezioni amministrative che si terranno a giugno 2024. Nei giorni scorsi si è scatenato un terremoto politico in seguito alla decisione di bocciare lo strumento delle primarie per scegliere il candidato sindaco in corsa: Cecilia Del Re, ex assessore all'Urbanistica, ha deciso di lasciare il Pd. Uno strappo a cui è seguito l'annuncio di un nuovo progetto per la città. La scelta di non rinnovare la tessera è stata dettata dalla consapevolezza di non potersi riconoscere nella gestione del Pd del capoluogo toscano.
La situazione che si è delineata lascia tutt'altro che tranquilla Schlein. Da settembre 2022 il Centrodestra ha portato a casa una lunga serie di vittorie, mentre gli italiani hanno bocciato le proposte messe in campo da una sinistra spesso divisa. Se il fronte rosso dovesse perdere a Firenze sarebbe una sconfitta clamorosa che in maniera inevitabile spianerebbe la strada alle doverose riflessioni. Non a caso Matteo Renzi ha parlato dello scenario nero che grava sul segretario del Pd, avvertito su un eventuale risultato di disfatta.
LEGGI ANCHE: Schlein e Conte sperano (inutilmente) nel ribaltone
Il leader di Italia Viva, intervistato da Quotidiano Nazionale, è andato dritto al punto e ha sganciato la bordata: "Se fossi Elly Schlein farei di tutto per non perdere Firenze. Perché se perde Firenze, il giorno dopo perde il Nazareno". La previsione è chiarissima e non lascia spazio a libere interpretazioni: se i dem contribuiscono all'inciampo a Firenze fornendo un assist al Centrodestra allora partirebbe il processo politico a Schlein. "Consegnare Firenze alla destra è possibile solo se Schlein fa alle comunali lo stesso errore che Letta ha fatto alle politiche, escludendoci. Se lo fa, significa che amano forme estreme di masochismo", ha aggiunto Renzi.
Tra elezioni amministrative a Firenze ed elezioni europee (la soglia è quella del 20%) Schlein rischia grosso e si gioca (quasi) tutto. Sa benissimo che di fronte a un filotto di esiti negativi partirebbe a stretto giro un processo della minoranza interna, di chi fin da subito ha espresso forti dubbi sull'asse tutto a sinistra della nuova era del Pd. Riformisti e cattolici sono in sofferenza. Per Elly stanno per aprirsi le porte di un 2024 pieno di sfide su cui dovrà metterci la faccia: non saranno ammesse attenuanti.
Ma torniamo al caso Firenze Il 9 giugno si vota per il dopo Dario Nardella, ma le prospettive non sono rosee. La scelta di Schlein di abolire le primarie e indicare come candidata Sara Funaro, assessore nella giunta Nardella e da lui sostenuta ha fatto, come detto, andar via mercoledì scorso Cecilia Del Re. L’hanno seguita tre consiglieri comunali. Ora la maggioranza di Palazzo Vecchio è in bilico e il percorso verso le elezioni del Pd più in salita.
A tentare di approfittarne Matteo Renzi, che di Firenze è stato sindaco prima di diventare premier. Dopo interlocuzioni con Forza Italia, l’ultimo dell’anno ha lanciato alla segretaria del Pd un’offerta di sostegno e un monito. "Avverto del nervosismo in tutti i partiti della maggioranza. in questo scenario consegnare Firenze alla destra è possibile solo se Schlein fa alle comunali lo stesso errore che Letta ha fatto alle politiche, escludendoci. Se lo fa, significa che amano forme estreme di masochismo. Nel caso, mi spiace per loro".
Intanto Tomaso Montanari sta lavorando a un’altra lista civica. E ha subito plaudito alla mossa di Cecilia Del Re che ha causato il terremoto politico. Offrendole, tacitamente, uno spazio nel suo progetto. E lei stava valutando. Anche se, a quanto dicono i suoi, il pressing di Renzi è quotidiano.
A complicare ulteriormente le cose al Pd è sceso in campo il direttore generale della Fiorentina, Joe Barone. Irritato per la prospettiva che durante i lavori allo stadio la squadra possa dover essere trasferita. "Noi eravamo pronti a mettere i soldi per fare lo stadio. Qualcuno ci ha bloccato. Ma la Fiorentina è il nostro stile di vita. Se qualcuno ci costringe a portarla a Cesena o Modena siamo tutti danneggati, soprattutto il movimento Viola", ha detto Barone. E poi, rivolto ai tifosi: "Votate per il vostro governatore. Così le cose non cambiano. Io sono qui per cambiare".
Insomma, divisioni, liti e ripicche. Il Centrosinistra ha già perso molte città in Toscana ma se dovesse perdere anche Firenze, insieme a un modesto risultato alle Europee, l'addio di Schlein alla segreteria con l'arrivo di Paolo Gentiloni sarebbe praticamente certo.