Pd, Schlein ha l'85% del partito con l'ingresso di Bonaccini in maggioranza. Ma una battaglia durissima si avvicina
Ora la sfida è la giustizia, se vince il SI' alla riforma Elly ko
Elly Schlein
Meno di un terzo degli aventi diritto presenti alla votazione finale in assemblea, uno dei risultati più bassi della storia del Pd
"Bonaccini ci ha tradito". Il day after dell'assemblea nazionale del Partito Democratico è amaro, amarissimo per la minoranza Dem. Il presidente ed ex Governatore dell'Emilia Romagna ha deciso di passare con la segretaria, insieme ad altri esponenti come Alessandro Alfieri, membro della segreteria nazionale e responsabile Pnrr e riforme. Il responso dell'assemblea è stato netto: 225 sì e 36 astenuti alla relazione di Elly Schlein.
Ora la minoranza è davvero mini, circa il 10% dei presenti a Roma al massimo organo del partito, ma è su tutte le furie. Per ora di scissione non se ne parla, anche perché bisogna capire che legge elettorale ha intenzione di varare Giorgia Meloni, ma l'opposizione interna alla linea della segreteria sarà durissima. Sia sulla politica estera, con possibili voti in dissenso al Parlamento europeo come già accaduto, sia sul piano prettamente politico nel no a inseguire sempre e comunque Giuseppe Conte e il M5S. Pina Picierno, Lia Quartapelle, Piero Fassino, Pierfrancesco Maran, Giorgio Gori, Paolo Gentiloni e su tutti il presidente del Copasir Lorenzo Guerini metteranno "i puntini sulle i" in ogni questione.
Alzeranno sempre un muro ogni volta che la segretaria e la sua variegata maggioranza incluso il "traditore Bonaccini" (così lo definiscono) si sposteranno troppo a sinistra. E la data della rivincita c'è già. Schlein e i suoi sono convinti di vincere il referendum confermativo sulla riforma costituzionale della giustizia varata dal Centrodestra, con un trionfo del NO, ma se al contrario vincesse il Si? E magari anche con il 60% a quel punto la posizione di Schlein tornerebbe a indebolirsi fortemente.
Per ora ha vinto e ha il 90% del Pd, poi si vedrà. Non solo, "Siamo Il 15%, perché da un punto di vista delle presenze all'assemblea nazionale e nel confronto con Atreiu Schlein ha fatto flop. Meno di un terzo degli aventi diritto presenti alla votazione finale in assemblea, uno dei risultati più bassi della storia del Pd", fanno notare i riformisti del Pd.
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