Pensioni, giallo nella manovra. Ecco che cosa è successo e come finirà. Si potrà uscire dal lavoro prima e non dopo

Fonti di governo: c'è da "sistemare" la macchina del Mef. Inside

Di Alberto Maggi
Politica

Il governo farà una riformulazione per sistemare il punto delle clausole di salvaguardia in modo che appaia chiaro che siano un atto formale


Che cosa è successo sul capitolo pensioni tanto che è dovuta intervenire la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, su richiesta della Lega, per far correggere per l'ennesima volta la Legge di Bilancio ancora ferma in Commissione al Senato? Ieri mattina Claudio Borghi, relatore leghista della manovra economica, ha spiegato perfettamente ad Affaritaliani che l'incremento dell'età anagrafica per lasciare il lavoro era una sorta di clausola di salvaguardia per i prossimi anni, imposta dalla Ragioneria di Stato quando si va a toccare il tema della previdenza e quindi l'arco temporale diventa decennale e non triennale come quello della Finanziaria. Il modello è simile a quello che si utilizzava in passato quando a copertura di eventuali imprevisti futuri eventi si inseriva un incremento, del tutto ipotetico, dell'Iva.

E quindi? Lo stesso Borghi, capogruppo del Carroccio in Commissione Bilancio al Senato, ricontattato da Affaritaliani, spiega che "semplicemente quelle clausole di salvaguardia per come erano scritte sembravano un intento politico e quindi andavano corrette". Il Carroccio ha presentato l'emendamento numero 4.1000/6 (come si vede nel documento con gli ultimi emendamenti pubblicato dal nostro giornale) e ora il governo farà una riformulazione, come chiesto anche dalla premier, per sistemare il punto delle clausole di salvaguardia in modo che appaia più chiaro che siano solo un atto formale per evitare la bocciatura da parte della Ragioneria di Stato ma che non ci sarà alcun innalzamento dell'età per uscire dal lavoro. Anzi, grazie alla previdenza contributiva e al tfr, sempre su richiesta della Lega, si potrà andare in pensione non dopo ma prima, quindi anticipatamente con il metodo 64 anni di età, 25 di contributi ai quali aggiungere il tfr e/o la previdenza integrativa per raggiungere la soglia minima che è pari a tre volte il valore delle pensioni minime.

L'altro tema sollevato dalla Lega è stato quello della retroattività che, anche se si parla di misure ipotetiche (le cosiddette clausole di salvaguardia per i prossimi anni, dal 2031-2032) non è possibile immaginare di cancellare gli effetti di un versamento volontario già fatto dal contribuente. Si tratta della neutralizzazione del riscatto della laurea per andare in pensione prima, che qualche 'manina' del Mef ha inserito nel testo ma che verrà tolta per evitare ansie e incomprensioni. Nessuna colpa viene data dalla Lega al ministro Giancarlo Giorgetti ("non può controllare tutti i dettagli") ma certamente nella macchina di Via XX Settembre - sottolineano fonti di governo - qualcosa da sistemare c'è. Il governo comunque sta intervenendo su tutte questi dossier per fare chiarezza e togliere ogni dubbio.

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