Ponte sullo Stretto: il Parlamento Europeo dice sì. E Matteo Salvini...

Ponte sullo Stretto, parte il solito mantra sbagliato della “Cattedrale nel deserto"

Di Giuseppe Vatinno
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Politica

Ponte sullo Stretto: il Parlamento Europeo dice sì

Ieri il Parlamento Europeo ha detto “sì” al Ponte ed ha inserito la megastruttura nel Progetto Ten-T approvandone le linee guida aggiornate. Ieri a Strasburgo è stato il “giorno delle Infrastrutture”, se così lo possiamo chiamare, essendo stato adottato il nuovo regolamento per la rete transeuropea dei Trasporti con 565 voti favorevoli, 37 contrari e 29 astenuti. L’obiettivo è quello di eliminare i colli di bottiglia e di integrare la rete di collegamenti mancanti a garantire una sorta di Rete Globale prevista per il 2050 che collegherà 420 grandi città dell’Unione europea.

L’inserimento nella Rete però non è solo un atto formale, un riconoscimento di principio. Anzi. Il voto di ieri apre la strada ad ulteriori finanziamenti sotto forma –per ora- di studi preparatori. Il voto di ieri potrà servire ad ottenere finanziamenti non solo per il Ponte (che è l’opera di gran lunga più importante) ma anche per alcune tratte dell’Alta velocità sulla linea Milano-Treviglio-Verona e la “dorsale adriatica” Bologna-Ancona-Pescara-Foggia. Per il completamento dei lavori c’è anche una data: entro il 2030 nell’ottica poi della già citata Rete Globale del 2050. Nel dettaglio il voto implica anche che –sempre entro il 2030- le linee dovranno essere elettrificate con una velocità prevista di 100 Km/h per le merci con una velocità minima per i passeggeri di 160 Km/h.

Ponte sullo Stretto, Matteo Salvini esprime “grande soddisfazione”

Inoltre i grandi aeroporti europei saranno ulteriormente connessi alla rete ferroviaria per garantire una piena connessione tra le due modalità di trasporto. Ieri, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nonché vicepremier Matteo Salvini ha scritto sui social: “Il Ponte non collegherà solo Calabria e Sicilia ma completerà la Rete transeuropea dei trasporti che va da Palermo fino alla Scandinavia. Un’altra vittoria dei SÌ. Avanti tutta”. Anche il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha espresso “grande soddisfazione” per l’approvazione del progetto che era attesa da tempo.

Ponte sullo Stretto, parte il solito mantra sbagliato della “Cattedrale nel deserto

Nel frattempo i soliti noti hanno cominciato l’usuale opera tafazziana di disturbo ad una Infrastruttura che, finanziata anche dalla Ue, porterà finalmente sviluppo e lavoro duraturo al Sud. Ad esempio, La Notizia, cita invero piuttosto improvvidamente rapporti di associazione private (che valore istituzionale possono avere?), come la Svimez, che recitano l’usurato mantra della “cattedrale nel deserto”. Ma il punto è un altro. Con la storiella della “cattedrale” è dal 1946 che il Sud inghiotte fondi ingentissimi che sono poi svaniti sostanzialmente nel nulla. Meglio quindi fare pochi progetti ben mirati e facilmente individuabili ed accendere su di essi i riflettori.

Poi, un po’ alla volta, seguiranno anche le altre infrastrutture per cui già adesso il ministero ha stanziato soldi ad esempio sia per la Calabria che per la Sicilia, ma questo non viene mai citato perché non fa comodo. Il Ponte sullo Stretto è proprio l’esempio tipico di come creare una grande infrastruttura per poi intorno ad essa far crescere a raggiera il Sud intero. Il Ponte sullo Stretto sarà la “base sulla Luna” per poi “infrastrutturizzare” l’Universo Sud.