Quirinale, Draghi resta premier. Così hanno deciso i mercati e l'Europa

Quirinale, Draghi dice no. Che cosa c'è dietro l'uscita del Financial Times

Di Alberto Maggi
Mario Draghi 
Politica
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Quirinale, contatti riservatissimi tra i leader della maggioranza

Nulla accade per caso. E il quotidiano della City londinese, il blasonato e fin troppo osannato Financial Times, non prende posizione a caso. "Italia a rischio instabilità politica se Mario Draghi diventa presidente della Repubblica", ha scritto il quotidiano finanziario britannico. Un segnale inequivocabile, spiegano fonti della maggioranza, che i cosiddetti mercati - ormai veri king maker della politica che spesso contano di più dei parlamenti nazionali - vogliono che SuperMario resti a Palazzo Chigi almeno fino al termine della legislatura. E magari anche oltre, come da settimane affermano diversi esponenti centristi e moderati, compreso Silvio Berlusconi.

Anche a Bruxelles, sede delle istituzioni europee - spiegano sempre nei Palazzi romani - caldeggiano la continuità, evitando scossoni elettorali e il ritorno dell'instabilità che potrebbe derivare da un esito incerto del voto o da una vittoria delle forze populiste e sovraniste. D'altronde la pandemia è tutt'altro che alle spalle, anzi in tutta Europa è tornata a fare paura. e poi ci sono i fondi del Pnrr da gestire e i piani da approvare di concerto con l'Ue. Insomma, meglio la continuità che solo Draghi è in grado di garantire. Da Palazzo Chigi, ovviamente, nessun commento ufficiale, ma anche se al presidente del Consiglio non sarebbe dispiaciuto trasferirsi al Quirinale, dalle parti del Centrosinistra, di Italia Viva e pure di Forza Italia sono arrivati molti segnali che vanno tutti nella stessa direzione: caro Draghi, resta a Palazzo Chigi.

E per il Colle? L'ipotesi più probabile è che nelle prime tre votazioni ci sarà lo scontro tra schieramenti, da una parte, forse, Berlusconi, e dall'altra un candidato di bandiera, probabilmente Paolo Gentiloni. Ma dietro le quinte, nei contatti riservatissimi tra leader che nemmeno i capigruppo dei partiti di maggioranza conoscono, si sta cercando di individuare una figura che possa andar bene a tutta la maggioranza. In discesa le quotazioni di Pierferdinando Casini e Paola Severino, in ascesa quelle di Marta Cartabia e Giuliano Amato. Tutti ma non Draghi, perché come ha scritto la Bibbia dei nostri giorni "l'Italia rischierebbe instabilità politica".