Calenda spara su AVS per aver candidato Ilaria Salis? Obiettivo non è entrare nel Cdx, ma un patto con Meloni per lo sbarramento al 3%

La legge elettorale dietro l'affondo del leader di Azione

Di Alberto Maggi
Carlo Calenda va all'attacco di Giorgia Meloni: "Solo mancette"
Politica

L'affondo contro Salis, anzi contro chi l'ha candidata (AVS), è un assist che piace moltissimo a Meloni ma...


"Il problema è Orban ma è anche candidare una persona che va in giro a spaccare teste". Così ha scritto su X Carlo Calenda, leader di Azione, dopo che l'eurodeputata di AVS Ilaria Salis è stata "salvata" dalla commissione del Parlamento europeo che non ha revocato l'immunità per il procedimento in Ungheria.

A parte la querela di Angelo Bonelli ("Ci vediamo in tribunale"), la strategia dell'ex ministro dello Sviluppo economico è chiarissima. Azione non vuole entrare nel Centrodestra e è totalmente distante dal Centrosinistra, non si è mai considerata nel cosiddetto 'campo largo' e mai ci sarà.

"Siamo alternativi ai populisti di destra e di sinistra", ribadiscono ogni giorno da Azione i massimi esponenti. L'obiettivo di Calenda quale è? Semplice. Cercare di consolidare un ottimo rapporto con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo le convergenze sulla riforma della giustizia e non solo, per arrivare a una legge elettorale sul modello delle Regionali che da un lato consenta - sondaggi alla mano - alla leader di Fratelli d'Italia di restare al governo per altri cinque anni fino al 2032 ma che al tempo stesso abbassi la soglia di sbarramento dal 4 al 3%.

In questo modo Azione, che oggi oscilla intorno al 3,5% nei sondaggi, sarebbe certa di entrare nel prossimo Parlamento e la premier avrebbe in cambio un fronte delle opposizioni diviso con un centro che potenzialmente può sottrarre diversi voti moderati al Partito Democratico, vista la posizione sempre più a sinistra di Elly Schlein (su Gaza e non solo).

In sostanza l'affondo contro Salis, anzi contro chi l'ha candidata (AVS), è un assist che piace moltissimo a Meloni ma non per entrare nel Centrodestra o per sostituire la Lega (non ci sono nemmeno i numeri in Parlamento) ma per avere un accordo (che di fatto c'è già) sulla legge elettorale che garantisca alla premier la maggioranza facile con il 45-46% e ad Azione di entrare in Parlamento anche senza raggiungere il 4% (obiettivo comunque alla portata di Calenda).

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