Schlein, perso il controllo del Pd. E ora teme la debacle alle Europee

Non fosse stato per gli errori di Meloni e Salvini, Elly avrebbe perso la leadership del Partito Democratico da molto tempo

Di Giuseppe Vatinno
Elly Schlein
Politica

Schlein isolata, perso il controllo del Pd. Veltroni, D’Alema, Bersani, Rutelli pronti a tornare

Elly Schlein è sotto attacco. Il Pd è come un SUV impazzito con il motore di una Panda. Il partito che fu di Berlinguer in mano ad una giovane donna inespertissima e con una dose cosmica di alterigia e supponenza. La sua principale fortuna si chiama Giorgia Meloni e Matteo Salvini, a cui dovrebbe erigere un vero monumento.

Se infatti non ci fossero loro, insieme a qualche saluto romano, la sua leadership del Partito democratico sarebbe finita da molto tempo. Se è ancora lì è solo grazie all’immaginario collettivo di una sinistra ferma a 80 anni fa e allo spauracchio “fascista”. Il resto non conta, sono chiacchiere. La Schlein ha preso il potere per caso e per necessità.

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Si è solo trovata al posto giusto al momento giusto ed ha acchiappato al volo il tram per il Nazareno in un momento di estrema confusione, avendo ereditato un Pd dopo Letta traumatizzato dalla sonora sconfitta alle politiche vinte dal centro-destra. Poi il meccanismo perverso delle “primarie aperte” di prodiana invenzione ha fatto il resto. Da quelle parti passava una truppa cammellata di Cinque Stelle che l’ha spinta letteralmente dentro al tram per il Nazareno ma la Schlein non è un prodotto “made in Pd” sia ben chiaro.

È l’estrema propaggine del velenoso grillismo che ha infestato l’Italia e che lo scaltro Giuseppe Conte ha prontamente ghermito facendo fuori tutti, Di Maio e Grillo in primis e l’ingenuo Di Battista che si era fidato di lui. E del grillismo la Schlein ha ereditato sostanzialmente tutto. Una visione della politica personalistica e narcisistica che l’ha portata ad emarginare i pezzi da 90 del comunismo che non sono affatto scomparsi come molti credono. Veltroni, D’Alema, Bersani, Rutelli sono lì pronti a tornare, sebbene anziani e imbolsiti, a riprendersi quello che considerano loro.

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Passare dalle lotte davanti ai cancelli della Fiat all’armocromista a 300 €/h è un bel salto, non c’è dubbio. Ecco perché la Schlein è isolata. Davanti a lei ci sono le Europee di giugno e dopo la prevedibile sberla elettorale agevolata dai big c’è di nuovo Lui, Paolo Gentiloni da Bruxelles che le ha già mandato un avviso di sfratto. Ma dietro di lui, ripetiamolo, ci sono gli altri che smaniano per tornare e per Elly l’Improvvida sarà difficile impedirlo.

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