Schlein rompe gli indugi. Lei la candidata premier della coalizione che ha vinto in Puglia e Campania. Chi nel Pd non ci sta è out. E Conte...

Le conseguenze del trionfo di Decaro e Fico nel Csx

Di Alberto Maggi

La segretaria del PD Elly Schlein ieri al seggio

Politica

Prima battaglia comune il No al referendum sulla riforma costituzionale della giustizia


L’alternativa c’è, da questa coalizione non si torna più indietro”. E ancora: “Uniti si stravince. E' andata meglio delle aspettative. Il riscatto parte da qui, ora hanno terrore”. All'indomani dei successi oltre le previsioni in Campania e in Puglia, con il Partito Democratico prima forza politica nonostante il candidato (in Campania) fosse del M5S, Roberto Fico, Elly Schlein traccia la rotta verso le elezioni politiche del 2027. Quando afferma che questa è la coalizione intende uno schieramento guidato e trainato dal Pd che sia alleato con il M5S, Alleanza Verdi Sinistra e Casa Riformista di Italia Viva, Matteo Renzi, e PiùEuropa.

Non ci sono spazi per altre soluzioni centriste o moderate. Il segnale è deciso e forte alla minoranza interna - guidata da Lorenzo Guerini e appoggiata anche da big del calibro di Paolo Gentiloni, Romano Prodi, Piero Fassino, Pina Picierno, Lia Quartapelle e molti altri - che non si torna indietro. Questa è la strada premiata dagli elettori, soprattutto al Sud, e questa sarà la via maestra anche per le Politiche. Chi non fosse d'accordo con la linea della segretaria può accomodarsi fuori dal Nazareno e magari andare con il cantiere del centro che stanno costruendo Carlo Calenda e Luigi Marattin insieme altri movimenti e formazioni minori.

Schlein è pronta, se ci fossero ancora polemiche interne, anche ad andare a primarie e congresso anticipato per stravincere ed essere senza se e senza ma lei la candidata premier del Centrosinistra alle Politiche contro Giorgia Meloni. I numeri sono chiari e per Giuseppe Conte non c'è spazio ormai, considerando non solo il dato al Sud ma il 2% in Veneto.

Certo, le distanze sono notevoli nel cosiddetto campo largo. Una è la legge elettorale che il Pd vorrebbe conservare, sapendo di vincere in quasi tutti i collegi delle grandi città, e che il M5S invece vuole modificare tornando al sistema proporzionale puro (modello Dario Franceschini). E poi ovviamente ci sono i temi internazionali a dividere la coalizione, primo fra tutti il piano di riarmo europeo che i pentastellati contestano apertamente, insieme ad AVS, ma che una fetta del Pd sostiene senza se e senza ma.

Divergenze a parte, quasi 13 milioni di italiani chiamati al voto si sono espressi e la linea vincente è quella di Schlein. Punto, discorso chiuso. Ora il lavoro sarà quello di convincere quella grandissima fetta di elettori, più della metà, che non si è recata alle urne. Dar loro una prospettiva diversa dall'attuale Centrodestra.

Punti comuni sui quali punterà Schlein? Il salario minimo e gli investimenti nella sanità pubblica, oltre ai diritti civili, sono sicuramente alcuni di questi e soprattutto la battaglia contro la riforma della giustizia per cercare con una (difficile) vittoria del NO al referendum confermativo di marzo di assestare un duro colpo al Centrodestra meloniano. Fatto sta che oggi appare tramontata l'ipotesi Silvia Salis candidata premier.

Schlein si prepara al voto e sarà lei la candidata. Almeno queste sono le sue intenzioni. Anche perché, dopo le Regionali, Giuseppe Conte ha incassato un tonfo in Puglia rispetto alle Europee, in Campania sotto il Pd sommando M5S e lista Fico e in calo rispetto al 2024 e in Veneto il 2%. 'Giuseppe' non tornerà a Palazzo Chigi.

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