Transizione sì, ma sostenibile. Urso vola in missione a Bruxelles per "sterilizzare" il Green Deal

L'obiettivo è quello di dettare una linea che possa mettere definitivamente in soffitta alcune delle regole più stringenti dell'accordo

di Vincenzo Caccioppoli

Adolfo Urso

Politica

Urso vola in missione a Bruxelles per "sterilizzare" il Green Deal

Adolfo Urso è stato il ministro che forse, più di tutti, si è battuto in questi tre anni, per cercare di far tornare sui suoi passi la Commissione Europea su alcune cervellotiche decisioni legate al Green deal. Ha cercato e trovato sponde nella Germania e in altri paesi, sia sul settore automotive in primis, ma anche su quello dell’acciaio.

Ha viaggiato diverse volte sulla direttrice Roma Bruxelles, per cercare di alleviare gli effetti disastrosi che il Green deal sta provocando su alcuni settori, in particolare dell’industria europea, come quello dell’automotive, ma anche quello dei trasporti in genere, per non parlare del settore agricolo.

Urso come si diceva ha trovato una naturale sponda nel governo tedesco. A inizio ottobre il ministro Urso di concerto con Katherina Reiche, ministro dell'Economia tedesco, ha inviato una lettera alla Commissione Ue, a sostegno di una visione condivisa per il futuro dell'industria automobilistica europea.

"Con una posizione comune e chiara - prosegue Urso - indichiamo insieme la via per una transizione verde che sia davvero sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, superando le gabbie ideologiche del Green Deal", aveva detto il ministro del Mimit, in quella occasione. Ma a novembre dello scorso anno aveva chiesto (cosa poi concessa dalla von der Leyen giusto pochi giorni fa) espressamente con un non paper, sottoscritto da altri 11 paesi, di anticipare di un anno la discussione sul provvedimento sul divieto dei motori termici entro il 2035.

Un grande impegno, condiviso ovviamente con il premier Meloni, che sta anche lei combattendo al Consiglio Europeo una sua battaglia personale, di concerto con il cancelliere Merz, per cambiare le regole del Green deal. Questi sforzi ora sembrano finalmente trovare ampi spiragli, dimostrati dalla lettera di dieci giorni di Ursula von der Leyen, che certifica quello che ormai era chiaro a tutti, e cioè la decisione di una decisa retromarcia da parte della Ue sulle regole fondamentali del green deal, con buona pace dei socialisti, guidati dalla vicepresidente Teresa Ribera, che fonti di Bruxelles raccontano assai contrariata dal momento che sarebbe con tutta evidenza stata depotenziata nel suo ruolo e nelle sue prerogative dalla stessa presidente von der Leyen.

Mentre sempre le stesse fonti fanno trapelare che stia crescendo il peso negoziale di Raffaele Fitto. E questo è determinato sia dal fatto che il governo italiano sta assumendo un ruolo sempre più rilevante all’interno della Ue, a scapito proprio di Spagna e Francia, che pagano l'estrema debolezza in patria dei loro rispettivi leader.

L’incontro con il vicepresidente Fitto, sarà uno dei primi nell’agenda di Urso, e sarà un’occasione per parlare di Pnrr e di fondi di coesione, dopo che con la nuova Transizione 5.0 il governo è convinto di poter accelerare negli incentivi al mondo delle imprese. “Serve un cambio di passo a Bruxelles, un’offensiva contro l’impostazione ideologica del Green Deal che sta condizionando la crescita e la competitività del nostro continente. Serve agire ora!”, ha dichiarato il ministro Urso. “L’Italia chiede di agire per un’Europa che coniughi transizione e crescita. Solo con politiche industriali concrete, che valorizzino la neutralità tecnologica e le specificità produttive di ogni Paese, l’Europa avrà un futuro nello scenario internazionale”, ha aggiunto.

“Ci confortano – ha infine affermato Urso – le aperture della presidente von der Leyen sulla scelta di accelerare la revisione del regolamento sugli standard di emissione di CO2 per le autovetture, come noi avevano chiesto già lo scorso anno. Finalmente ci danno ragione”.

Come detto l’agenda del ministro nella sua missione prevede incontri a Bruxelles con la vicepresidente Henna Virkkunen, con delega a sovranità tecnologica, sicurezza e democrazia, per approfondire i temi della transizione digitale, dell’intelligenza artificiale e dei semiconduttori.

Seguirà un incontro con il vicepresidente della Commissione Raffaele Fitto, poi con Andrius Kubilius, responsabile per la Difesa e lo Spazio, e successivamente il vicepresidente Stéphane Séjourné, titolare del portafoglio per l’Industria, il Mercato interno e le PMI. Poi la chiusura con l’incontro con il vicepresidente Wopke Hoekstra, responsabile per il Clima.

Urso ha scelto il momento opportuno per questa importante missione. Il Consiglio europeo del 23 ottobre scorso, infatti, è stato un punto di svolta per quanto riguarda il processo di revisione delle politiche e di deregolamentazione (chiamata eufemisticamente ‘semplificazione’) delle normative del ‘Green Deal’, ormai in gran parte impopolare e rinnegato dalla stessa Ursula von der Leyen, che l’aveva proposto nel 2019.

L'obiettivo è proprio quello di dettare una linea che possa avere il maggior appoggio possibile per mettere definitivamente in soffitta alcune delle regole più stringenti del Green deal. Il governo italiano sta puntando ad arrivare ad un dialogo strategico UE per una transizione verde che sia davvero sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale e industriale: una svolta condivisa dalla maggioranza dei Paesi europei e che trova ampio consenso nelle associazioni di imprese europee che si ritroveranno a novembre a Roma nella Trilaterale Italia Francia Germania promossa da Confindustria. Il nostro paese sta quindi diventando il capofila anche in questa importante missione, dopo esserlo diventato da tempo sul tema dei migranti.

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