Ucraina, Meloni "vince" con il piano di pace Usa-Russia di Trump. Così umilia Macron e ricompatta il governo
Salvini esulta, come Conte. Rifomisti di Csx in imbarazzo
Meeting Trump Putin in Alaska
Italia in prima fila come a Gaza. La strategia di Meloni e le ripercussioni a Roma
Donald Trump (rivolgendosi al presidente russo Vladimir Putin): "Ora risolvo la tua fottuta guerra”. Volodymyr Zelensky: "Solo Trump e gli Usa hanno il potere di far cessare la guerra in Ucraina". Sono le due frasi chiave che fanno intuire come la svolta sia davvero dietro l'angolo. Il piano della Casa Bianca in 28 punti, sul quale Mosca ha ammesso che sono in corso trattative, è di fatto un congelamento della situazione sul campo. Anzi, perfino una soluzione che avvantaggia il Cremlino rispetto a Kiev. Ma l'umore della popolazione e dell'esercito ucraino è allo stremo e anche Putin vuole chiudere la partita visto il numero di perdite di giovani nel suo esercito.
Esattamente come accaduto in Medio Oriente, con la firma dell'accordo di pace (fragile ma che regge) in Egitto, l'Italia è il Paese europeo (almeno tra quelli principali) in primissimo piano e al fianco del tycoon. Anche nei momenti più bui e più pericolosi in termini di allargamento del conflitto a tutta o a una parte dell'Europa, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sempre ribadito in patria e soprattutto all'estero come fosse fondamentale mantenere lo stretto legame con gli Stati Uniti. Meloni non ha mai digerito fino in fondo e non ha mai aderito pienamente alla coalizione dei cosiddetti 'Paesi Volenterosi' guidata da Emmanuel Macron e Keir Starmer.
Il sostegno all'Ucraina, anche militare, non è mai mancato dall'Italia ma i toni con la Russia, anche quando nel mirino è finito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sono sempre stati verso la ricerca di una pace giusta. Ora, che il piano Usa-Russia probabilmente non sia quella pace "giusta" evocata più volte è vero, visto che l'Ucraina dovrà cedere oltre alla Crimea (ma su questo non c'erano dubbi) anche il Donbass (tutto non solo una parte) dimezzando il proprio esercito con l'ingresso nell'Unione europea ma assolutamente non nella Nato. Meloni ha sempre insistito sull'estensione dell'articolo 5 della Nato anche all'Ucraina e al momento non è chiaro se questo punto ci sia nel piano del tycoon.
Probabilmente Zelensky chiederà, in cambio della cessione di territori, una garanzia simile e Trump non ha mai smentito l'ipotesi avanzata dalla premier italiana. Ma nessuno scudo anti-nucleare francese da estendere a tutta l'Europa, come voleva Macron per comandare nel Vecchio Continente (quando a Parigi il suo governo sta in piedi per una manciata di voti) e con la possibile fine delle ostilità anche stop all'invio di armi e un graduale ritorno a relazioni diplomatiche con Mosca (utilissime soprattutto per molte aziende italiane che prima della guerra esportavano parecchio in Russia e hanno perso moltissimi soldi di commesse e fatturato).
Meloni, essendo la leader europea più vicina a Trump (Viktor Orbàn a parte), potrà sedersi in prima fila come ha fatto a Gaza relegando in secondo piano Macron. L'Italia - condizionale d'obbligo - uscirebbe quindi vincitrice dall'accordo in Ucraina, insieme alla Germania anche se il cancelliere Friedrich Merz si è meno esposto e quindi resterà più defilato.
Non solo. Con questa soluzione la presidente del Consiglio ricompatta il governo e la maggioranza di Centrodestra. Matteo Salvini può esultare elogiando Trump visto che la Lega sono settimane che insiste nel dire stop all'invio di nuove armi a Kiev. Antonio Tajani comunque terrà il punto come capo della diplomazia e come cerniera insieme alla premier con la Casa Bianca grazie all'ottimo rapporto instaurato con Marco Rubio, segretario di Stato Usa.
E alla fine, come su Gaza, saranno ancora le divisioni delle opposizioni in forte imbarazzo. Il M5S di 'Giuseppi' esulterà per la fine della guerra, anche AVS farà buon viso a cattivo gioco in nome della pace. Il Pd, diviso al suo interno sul fronte internazionale e del riarmo, non potrà certo opporsi. Ma questa sorta di "capitolazione" di Zelensky, come qualcuno già la definisce, metterà in imbarazzo i riformisti Dem, Matteo Renzi e Carlo Calenda. Insomma, in politica estera Meloni dà il meglio di sé e ottiene sempre successi personali che, in prospettiva, potrebbero aiutare il posizionamento geopolitico dell'Italia e anche la nostra economia. Esattamente come in Medio Oriente.
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