Ucraina, quasi fatta per l'incontro a tre Trump-Putin-Zelensky a Ginevra. Retroscena

Un'ipotesi, quella della città elvetica di lingua francese, appoggiata anche dal governo italiano

di Alberto Maggi
Politica

Manca solo l'ufficializzazione. Ma, secondo quanto Affaritaliani è in grado di anticipare, il trilaterale tra i presidenti Donald Trump, Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky si terrà quasi certamente l'ultimo weekend di agosto (o il primo di settembre) a Ginevra, in Svizzera, città sede come New York delle Nazioni Unite (l'unica incertezza sul fatto che i russi si stiano lamentando velatamente per l'acquisto di armi da parte della Svizzera e quindi alla fine potrebbe uscire una situazione arabeggiante).

Un'ipotesi, quella della città elvetica di lingua francese, appoggiata anche dal governo italiano e infatti proprio oggi a Berna il titolare della Farnesina ha incontrato il ministro degli Esteri elvetico Ignazio Cassis che, a una domanda sull'eventuale immunità per Putin in caso di colloqui a Ginevra con Zelensky, ha risposto in maniera affermativa confermando che la Svizzera "è pronta anche questa sera" a ospitare il tanto atteso vertice.

Sulla data gli sherpa stanno lavorando per mettere a punto l'agenda dei vari leader, ma l'ipotesi più probabile è quella dell'ultimo fine settimana di questo mese o, al massimo, del primo weekend si settembre. Il tycoon ha voglia di chiudere per intestarsi l'accordo o, quantomeno, l'inizio di un dialogo diretto Mosca-Kiev, ai massimi livelli, che non era riuscito un anno fa alla Turchia del 'sultano' Recep Tayyip Erdoğan. L'ipotesi sul tavolo è quella di un riconoscimento della Crimea come territorio della Federazione russa e del congelamento della linea del fronte con il 75% circa del Donbass in mano al Cremlino.

Da valutare poi lo status dell'Ucraina. Putin non vuole assolutamente che entri nella Nato e al massimo il punto di caduta potrebbe essere la proposta di Giorgia Meloni, appoggiata oltre che dalla Casa Bianca anche da altri leader come il cancelliere tedesco Friedrich Merz, dell'estensione dell'articolo 5 dell'Alleanza Atlantica all'Ucraina, come garanzie contro eventuali, future, aggressioni da parte del Cremlino. Altro nodo da sciogliere è la richiesta di Putin che il russo sia una linea ufficiale come in epoca sovietica, anche potrebbe essere introdotta la doppia lingua (comunque molti in Ucraina parlano russo).

Sul tema delle terre rare e delle ricchezze del suolo ucraino Trump vorrà certamente la sua fetta e qui Zelensky dovrà cedere se vuole davvero l'appoggio americano. Quanto all'Europa e soprattutto all'Unione europea ci sarà un'accelerazione per l'ingresso nei 27, che diventerebbero 28 (in attesa dei Paesi balcanici). Soluzione sulla quale Mosca non ha mai obiettato non avendo Bruxelles un esercito comune. Tutti scenari e variabili ancora da studiare, ipotesi di lavoro. Fatto sta che quasi certamente sarà il freddo (anche in estate) lago di Ginevra a fare da sfondo a quella che in molti, sbagliando il paragone storico del tutto forzato, chiamano la nuova Yalta.

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