Vannacci vale un milione e mezzo di voti. Chi lo candida prenderà il 4% in più

Per come si è posizionato sulla scena, il generale potrebbe proporsi come il riferimento politico dell’estrema destra italiana

di Alessandro Amadori*
Politica

La conclusione del ragionamento è che il generale Vannacci potrebbe valere un milione e mezzo di voti (una percentuale attorno al quattro per cento degli esprimenti voto)

Il caso letterario dell’estate è sicuramente il libro del generale dell’esercito Roberto Vannacci, già comandante dei paracadutisti della “Folgore” ed ex comandante, appena avvicendato, dell’Istituto Geografico Militare. “Il mondo al contrario”, questo il titolo del suo lavoro, è diventato rapidamente un best seller (autoprodotto) su Amazon, cosa che ha sorpreso alcuni commentatori.

Le polemiche che le posizioni da lui espresse nel testo hanno suscitato, con l’emersione anche di una componente di opinione pubblica a suo favore (dato il successo di pubblico del libro), ci fanno porre la seguente domanda: se entrasse in politica, quanti voti potrebbe raccogliere il generale Vannacci?

La domanda in questione non ha una risposta semplice, e necessiterebbe di una serie di ricerche empiriche (sia quantitative mediante sondaggi che qualitative per mezzo di focus group o colloqui in profondità). In attesa di dati primari (ossia raccolti appositamente attraverso ricerche demoscopiche), che ancora non abbiamo, possiamo svolgere qualche considerazione in termini di target elettorale. Per come si è

Vannacci: "Paola Egonu? Da 8mila anni l'italiano stereotipato è bianco"

"Quando io vedo una persona che ha la pelle scura non la identifico immediatamente come appartenente all'etnia italiana non perché sono razzista ma perché da 8mila anni l'italiano stereotipato è bianco". Lo ha dichiarato a Tv Play il generale Roberto Vannacci riferendosi alla pallavolista Paola Egonu. "Se lei va in Papua Nuova Guinea - ha proseguito - e chiede di disegnare una persona italiana gliela fa con la pelle bianca, se lei vede una persona di pelle scura per la strada non le viene immediatamente in mente che sia italiana. Ciò non toglie che sia italiana di nazionalità. Questa cosa l'ho anche provata andando a vedere il profilo wikipedia di Egonu, dove c'è scritto 'pallavolista italiana nata a Civitella da genitori nigeriani', per le altre pallavoliste c'è scritto 'pallavolista italiana nata a Gorizia', non c'è scritto di origine italiana". All'intervistatore che gli ha chiesto se per lui fosse giusto che Paola Egonu giochi nella nazionale italiana, Vannacci ha risposto: "Certo, ma stiamo scherzando. Paola Egonu non solo è bravissima, ma è anche molto intelligente perché non si è lamentata".

posizionato sulla scena, il generale potrebbe proporsi come il riferimento politico dell’estrema destra italiana (se l’aggettivo “estrema” ci appare eccessivo, potremmo utilizzare l’espressione “destra-destra”, intendendo con essa un segmento elettorale che sta a destra di Fratelli d’Italia e della Lega).

 

Dal 2000 in poi, questo segmento elettorale, alle varie tornate elettorali, ha mostrato di avere un voto diretto oscillante fra i 500 mila e il milione di voti. L’assenza di leader politici dotati di un carisma e di una visibilità adeguati ha indubbiamente contribuito a non far crescere questo potenziale, e anzi a portare a un sostanziale ridimensionamento della destra-destra agli ultimi appuntamenti elettorali.

E proprio in questo potrebbe rivelarsi efficace un’eventuale discesa in campo del generale Vannacci: nello sdoganare e nel legittimare sul piano delle competenze gestionali un segmento di offerta politica divenuto col tempo marginale. Dandogli un capo dotato appunto di carisma, competenza e visibilità. Un perfetto archetipo di “guerriero” pronto ad agire con determinazione e visione strategica (disciplina, quest’ultima, in cui si è anche laureato).

Inoltre, non va trascurato il fatto che sicuramente il generale ha un suo specifico consenso personale nel variegato mondo dei corpi armati italiani, che vanno, per intenderci, dalla forze armate a quelle dell’ordine in senso lato, includendo anche le polizie locali e gli operatori della sicurezza (guardie giurate e altri professionisti della security). Un mondo formato da circa 600 mila persone, che potrebbe riconoscersi nell’effetto “bandiera” indotto da un generale con uno stato di servizio indubbiamente brillante e universalmente apprezzato.

Non dimentichiamo che il generale Vannacci, un po’ di anni fa, si è distinto per aver suscitato il caso dell’impiego dei proiettili a uranio impoverito in molti teatri di operazione (cosa che ha messo a rischio la salute, e in qualche caso la vita, di centinaia di militari italiani). La sua è stata una denuncia coraggiosa, che gli è sicuramente valsa il riconoscimento di un’elevata capacità di rappresentanza sindacale rispetto al mondo degli operatori della sicurezza (in primis, quelli delle forze armate).

La conclusione del ragionamento è che il generale Vannacci potrebbe valere un milione e mezzo di voti (una percentuale attorno al quattro per cento degli esprimenti voto). Voti teorici, naturalmente, calcolati a tavolino, ma non privi di una loro plausibilità. Voti, inoltre, in parziale sovrapposizione sia con Fratelli d’Italia che con la Lega. Non è detto, perciò, che se Vannacci entrasse in politica con Fratelli d’Italia o con la Lega egli porterebbe in dote al partito di confluenza un tre o quattro per cento in più di consensi.

Il contributo aggiuntivo reale potrebbe essere la metà di questa quota. Diciamo però, per chiudere, che il generale Vannacci si è automaticamente guadagnato, con le sue posizioni sopra le righe e con la sua storia professionale, un piccolo “esercito elettorale” personale. Che potrebbe, col tempo, anche crescere ulteriormente. Fantapolitica? Può darsi. Ma, come ormai ben sappiamo, nella politica italiana nulla è impossibile.

*politologo e sondaggista

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