Ventola (FdI): "Von der Leyen segue la linea Meloni. Il riarmo europeo è necessario, la pace non è più scontata"

Dalla linea di Ursula von der Leyen al riarmo europeo, dal Mercosur alla coesione per le Regioni, fino alle sfide del centrodestra in Puglia contro Antonio Decaro. L'intervista a Francesco Ventola, eurodeputato di FdI e presidente della commissione Regi a

di Vincenzo Caccioppoli

Francesco Ventola, deputato al Parlamento Europeo per Fratelli d’Italia

Politica

Ventola (FdI): "L’Europa deve armarsi per difendere pace e democrazia"

Onorevole Ventola,  le è piaciuto il discorso sull’Unione di Ursula von der Leyen di mercoledì scorso?

Cominciamo col dire che il discorso della presidente ha rappresentato quel cambio di rotta nella politica della Ue, da noi tanto auspicato. La Von der Leyen ha fatto un chiaro riferimento a quella autonomia strategica di cui l’Europa ha assoluto bisogno, sulla difesa, sull’agricoltura e sull’industria tecnologica. Anche sul conflitto in Ucraina ha detto parole nette, che noi non possiamo che appoggiare.

Poi chiaramente tutto ora passa dal Consiglio europeo, dove i governi di centro destra, come quello di Giorgia Meloni, stanno imprimendo un deciso cambio di passo rispetto al passato su molti temi importanti, come per esempio quella relativa alle politiche migratorie. E anche su questo mi pare che il discorso della presidente abbia chiarito che la direzione presa sia quella indicata dal governo Meloni. La presidente della commissione è però oggettivamente più debole, e già si preannunciano due nuove mozioni di censura, una da partiti di destra e una da partiti di sinistra.

Lei onorevole, per esempio, cosa pensa dell’accordo sul Mercosur o della proposta diriforma del budget presentata a luglio, che, come sostiene qualcuno toglierebbe risorse ad agricoltori e Regioni...?

Cominciamo col dire che non è assolutamente vero che la nuova riforma del budget toglie risorse alle Regioni. Si tratta di una proposta che adesso affronterà una lunga discussione per un anno, in parlamento prima e al Consiglio di Stato poi. È chiaro che il contesto geopolitico notevolmente cambiato, determina una necessaria redistribuzione di risorse. Ma la politica agricola comune rimane centrale, grazie anche al grande lavoro svolto dal vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto.

Per quanto riguarda il Mercosur anche lì bisogna andare cauti con le critiche, perché grazie proprio al ruolo svolto dal ministro Lollobrigida e dal governo italiano, i termini dell’accordo sono stati migliorati significativamente. Ora sono previsti appositi incentivi e sostegni a settori, come appunto quello agricolo, che potrebbero in determinate situazione, essere danneggiati. E poi mi faccia dire è assolutamente necessario per l’Europa trovare nuovi mercati di sbocchi per le proprie merci e il Mercosur rappresenta comunque una grande opportunità in tal senso.

Intanto Putin alza il tiro, dopo il lancio di droni sulla Polonia, come può e dovrebbe reagire l’Europa e la Nato...?

La situazione certamente è preoccupante ma occorre fare di tutto per cercare di operare una moral suasion per arrivare ad una descalation, come sta facendo da tempo il premier Giorgia Meloni. L’Europa deve riprendersi quel ruolo naturale di mediazione che da sempre ha ricoperto a livello internazionale, e che purtroppo da troppo tempo ha perso a causa di divisione e spaccature sempre più evidenti.

In questa situazione di grande instabilità geopolitica, è chiaro che si riproponga con forza il tema del nuovo grande piano di riarmo europeo, per aumentare le difese militari europee, a scopo di deterrenza.

Secondo lei, ora, ci sarà un'accelerazione su questo piano, che  il vostro gruppo al parlamento europeo ha sempre votato, al contrario delle sinistre italiane?

Certo il riarmo europeo è fondamentale per svolgere quel ruolo di deterrenza necessario per preservare la pace e la democrazia in momenti in cui ambedue sono a forte rischio. Per 80 anni abbiamo vissuto un periodo di pace, ma prima l’Europa è stata attraversata da conflitti e tensioni, occorre avere quell’autonomia nella difesa proprio per scoraggiare chi potrebbe avere mire espansionistiche come la Russia. Lo status quo non è più scontato, basta guardare l’immagine dell’incontro in Cina, con i capi di stato di Cina, India, Russia e Corea del Nord insieme, per capire che la nostra cultura e le nostre democrazie occidentali sono sempre più messe in pericolo dall’irrompere di regimi autoritari.

Lei è presidente della commissione Regi al parlamento europeo, che si occupa di Regioni e di coesione. Quanto è ancora importante oggi la politica della coesione per le Regioni e soprattutto per quelle del sud Europa?

È ancora assolutamente una politica fondamentale per le Regioni e soprattutto per quelle meno sviluppate. Si tratta di una delle basi fondanti della stessa unione europea, considerando che stiamo parlando di un 1/3 del bilancio totale europeo. Fondamentale anche in questo caso è stata la riforma di medio termine presentata dal vicepresidente e commissario alla coesione Fitto, che grazie alla sua grande competenza in soli otto mesi è riuscito a presentare una riforma che dà quelle risposte verso quella necessaria maggiore flessibilità e semplificazione delle politiche di coesione europea.

Fitto conosce bene i meccanismi europei e come si è visto anche nel caso della gestione del PNRR italiano, ha agito prontamente per migliorare uno strumento ormai obsoleto, e per rendere più efficace e produttiva la spesa dei fondi europei da parte dei soggetti interessati. In questo modo si evita o si riduce al minimo il rischio che i fondi non vengano utilizzati completamente.

Parliamo di Regionali onorevole, come siamo messi con le candidature? Il centrosinistra ha già presentato le sue in tutte le Regioni, voi invece siete ancora al palo in Campania, Puglia e Veneto, come mai queste difficoltà da parte vostra a scegliere i candidati?

Non siamo al palo, stiamo solo discutendo come è naturale fare in ogni coalizione, per trovare le migliori risorse a disposizione per affrontare la difficile missione di guidare una Regione. A sinistra non voglio entrare troppo nel merito, ma mi pare si sia assistito, in queste settimane ad uno spettacolo quantomeno poco edificante, sia in Campania che in Puglia.

Per ora il nome più accreditato continua ad essere quello del forzista Mauro d’Attis, ma le speranze contro Decaro sono pochine, come mai in Puglia, una regione storicamente di centrodestra sono vent'anni che vince sempre il centrosinistra?

Perché la sinistra in questi anni non ha governato, ma ha semplicemente gestito una Regione, in maniera clientelare, puntando più che altro a mantenere lo status quo e a raccogliere intorno a sé facile consenso. Lei ricorda una sola riforma regionale fatta in questi ultimi venti anni? Non ne hanno fatta nemmeno una. Sui rifiuti abbiamo una situazione disastrosa, direi prossima al collasso. Sulla sanità, dove anche quest’anno si registra uno sbilancio nei conti di oltre 350 milioni di euro, da anni si chiudono ospedali, invece che aprirne di nuovi.

Per non parlare poi dei piani urbanistici dove sono state approvate, in questi ultimi vent’anni, più leggi che in qualsiasi altre parte del mondo. Le Regioni sono fatte per programmare, poi legiferare ed infine controllare, in Puglia invece si gestisce e basta. Però questo sistema porta consenso, basti dire che a Bari dove sono state commissariate tutte e tre le municipalizzate,alle ultime elezioni comunali,  Vito Leccese ha vinto con oltre il 70% dei voti. Noi di centro destra forse non siamo stati bravi a comunicarlo bene ai cittadini. Ma mi creda non è facile scontrarsi con una realtà, in cui ormai il consenso si costruisce con il compromesso e con la clientela sempre più diffusa. A livello nazionale invece le dinamiche sono ben diverse e quindi anche i risultati ci premiamo maggiormente.

Si parla anche di lei come candidato? Ma pensa che si possa vincere con un candidato forte come Decaro?

Per quanto riguarda la mia possibile candidatura, la escluderei, dal momento che non è arrivata nessuna proposta in tal senso. Marcello Gemmato aveva fatto il mio nome, solo per indicare la mia persona come una delle tante risorse del territorio, niente di più. Da lì poi, evidentemente, qualcuno ha tratto le sue conclusioni, ma ripeto non c’è assolutamente nulla di concreto. Stiamo lavorando, ribadisco, anche qui in Puglia, tutti insieme per trovare la personalità migliore che possa sfidare il candidato del centrosinistra, Antonio Decaro, che ormai è diventato un influencer più che un politico.

E la sceneggiata che ha fatto prima di accettare la candidatura, ne è la riprova. Noi comunque siamo fiduciosi. E ancora presto per dire che per noi del centro destra la Puglia sia già persa. Io nutro ancora grandi speranze di poter strapparla al centrosinistra.

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