Von der Leyen è pronta per la Nato. Così frega il posto a Letta e Renzi

Anche se Ursula sogna il bis alla Commissione Ue

Di Giuseppe Vatinno
Politica

Il suo alleato principale è Joe Biden che vede nel mettere una donna alla guida della NATO un’occasione ulteriore per rafforzarsi nel suo elettorato di riferimento democratico

La presidente della Commissione Europea, Ursula Gertrud von der Leyen, sta tramando per prendere il posto alla Nato ad Enrico Letta, restato improvvisamente senza cadrega dopo il tonfo elettorale?

In realtà la “scaltra Ursula” sta pensando a farsi riconfermare alla guida della Commissione Europea dopo le elezioni del 2024, ma se l’impresa dovesse andare male ci sarebbe appunto un piano B che sarebbe quello di guidare la NATO al posto del norvegese Jens Stoltenberg - che è scaduto ma è restato ad interim -, un posto molto appetibile in seconda battuta. Ursula piace molto a Washington perché si è dimostrata una esecutrice molto affidabile ed in questo è stata aiutata dall’occasione della guerra in Ucraina dove ha potuto dimostrare tutto il suo zelo.

Il suo alleato principale è Joe Biden che vede nel mettere una donna alla guida della NATO un’occasione ulteriore per rafforzarsi nel suo elettorato di riferimento democratico, anche lui in vista delle prossime elezioni dove potrebbe incontrare un Donald Trump in piena forma. Inoltre la von der Leyen ha anche fatto il ministro della difesa in Germania e quindi è pratica della materia.

Bisogna anche tenere conto che il bis alla Commissione UE è ostacolato dal partito della von der Leyen - e cioè il Ppe - che vedrebbe meglio la sua rivale, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, maltese e donna su cui, tra l’altro, sta anche puntando la Meloni per un accordo alle Europee. Si tratterebbe solo di prolungare ulteriormente il mandato di Stoltenberg fino al 2024, quando si terranno le elezioni.

Questa possibilità in definitiva piace a tutti perché il norvegese si farebbe un altro anno alla guida della NATO, Ursula un altro anno alla guida della UE e rafforzerebbe il Presidente USA, Joe Biden. Per questo pare che Washington stia facendo una forte pressione su Stoltenberg perché rimanga. Tutta questa gioia però contrasta con i nostri politici, delusi da precedenti disavventure elettorali, come Enrico Letta e Matteo Renzi.

Diciamo subito che quest’ultimo è da anni che ci prova a prendersi il posto alla guida della NATO ma non c’è mai riuscito neppure quando c’aveva un patto di ferro con Obama e i Democratici USA, figuriamoci ora che è uscito dal PD ed ha pure perso elezioni politiche e regionali ed ora guida una formazione minore, cioè Italia Viva, che gli americani neppure conoscono. Ma il vero fiore reciso è Enrico Letta che a Washington è di casa e spesso rimbalza da una riva all’altra dell’Atlantico.

Non è sfuggito che qualche tempo fa Letta, ancora segretario del PD, abbia fatto uno strano ed imbarazzante endorsement a Giorgia Meloni che è stato prontamente interpretato come un tentativo di legittimarla ulteriormente da parte degli USA. E la guerra in Ucraina è il convitato neppure tanto di pietra di tutta questa situazione perché gli USA, di fatto, stanno guidando la coalizione Occidentale contro la Russia e l’Italia ne è un perno fondamentale, sia per il suo peso economico sia per la sua posizione geopolitica.

Senza contare che il nostro Paese è, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, una vera e propria portaerei americana nel Mediterraneo con basi Usa e NATO che ospitano, come noto, anche armamenti nucleari poste nel nord – est a tutela dei confini orientali durante la guerra fredda. E non sfugge che la coalizione del centro – destra che esprime l’attuale premier è percorsa da correnti niente affatto carsiche pro Putin e Russia. Per questo Giorgia Meloni è diventata così importante per Washington.

Letta, tuttavia, ha perso la guida del Pd ed ora conta ben poco e parrebbe strano che Biden lo ricompensasse così generosamente solo per qualche tentativo di sdoganamento della Meloni a sinistra.

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