"Zaia ha tutte le capacità per fare il premier". La Lega dopo le Comunali

Lega, Centrodestra, governo... Intervista a Roberto Marcato, assessore alle Attività Produttive della giunta veneta guidata da Luca Zaia

Di Alberto Maggi
Roberto Marcato Luca Zaia
Lapresse
Politica
Condividi su:

La Lega e il futuro del Centrodestra dopo le elezioni amministrative. Intervista di Affaritaliani.it a Roberto Marcato, storico esponente della Liga Veneta e assessore alle Attività Produttive della giunta regionale guidata dal presidente Luca Zaia
 

In questi ballottaggi la Lega è andata obiettivamente male. Anche in Veneto su tre comuni al voto, tre sconfitte. Come si spiega questo risultato?
"In Veneto, complessivamente e considerando anche il primo turno, la Lega non ha vinto ma ha stravinto. Nei ballottaggi è andata diversamente ma sono situazioni particolari. A Este, Padova, la sindaca uscente non era della Lega anche se sostenuta dalla Lega. Mentre a Conegliano, Treviso, e a Bovolone, Verona, avevamo il candidato sindaco e abbiamo perso per colpa delle visioni all'interno del Centrodestra".

Considerando il dato nazionale, certamente negativo, Salvini ha sbagliato a entrare nel governo Draghi?
"No, poi se la domanda è se abbiamo pagato uno scotto dal punto di vista elettorale la risposta è sì. Ma è stato giusto entrare al governo e dobbiamo restarci. Siamo entrati in questo esecutivo come atto di responsabilità: c'era una campagna vaccinale da portare avanti e da accelerare e c'era una ripresa economica da consolidare, oltre al Pnrr da decifrare e declinare. I principali attori economici del Nord chiedevano un atto di responsabilità alla Lega e noi, che siamo un partito territoriale, abbiamo dato giustamente il nostro contributo. Se non lo avessimo fatto sarebbe stato un governo tutto a trazione Pd e M5S".

Ribalto la domanda, Salvini ha sbagliato a essere troppo di lotta e a criticare ad esempio eccessivamente il Green Pass?
"E' nella nostra natura essere di lotta e di governo. L'ho detto in tempi non sospetti, vaccini e Green Pass sono strumenti per contenere la pandemia, anche se in particolare il Pass può essere migliorato e ha qualche contraddizione. Siamo in una coalizione che non è un matrimonio, la Lega non si è innamorata degli altri partiti al governo. E non è una coalizione né programmatica né di area, semplicemente partiti molto diversi tra loro si sono messi insieme in un momento di emergenza nazionale. Noi con Pd, Renzi e M5S non abbiamo nulla da spartire e in tempo di pace non ci alleeremo mai con loro".

Restano le critiche di Salvini al Green Pass che forse non hanno giovato elettoralmente parlando...
"La politica parla per atti ufficiali. Il segretario e i Governatori hanno prodotto un documento comune e quella è la posizione ufficiale della Lega. Il segretario è poi il garante dell'unità del partito. Punto".

La Lega però ha un po' dimenticato la battaglia storica del federalismo e dell'autonomia, sbaglio?
"L'autonomia è la grande sfida. Ovvero riuscire a portare il modello veneto del buon governo, con il presidente Zaia che prende voti dall'estrema destra all'estrema sinistra, anche in altri territori del Paese dove il buon governo non c'è mai stato. Sono profondamente convinto che la riforma federalista e autonomista vada portata avanti fino in fondo e resta la battaglia principale della Lega. L'obiettivo è spiegare a calabresi, campani, marchigiani, pugliesi (etc...) che il federalismo fa bene soprattutto a loro. In questi due anni ci siamo dedicati ad altro, anche se il presidente Zaia ha continuato a interloquire con il governo centrale, e quando la pandemia sarà alle spalle quello dell'autonomia sarà l'argomento principale".

Però...
"Con il governo Draghi ho molti dubbi che si possa ottenere qualcosa di buona. Confido molto nel governo di Centrodestra perché prima delle ultime Regionali in Veneto i tre leader - Salvini, Berlusconi e Meloni - hanno firmato l'impegno a realizzare il progetto dell'autonomia per il Veneto, ma come chiesto da Zaia e non così tanto per fare".

Lei continua a chiedere un congresso della Lega?
"Ritengo che sia necessario fare i congressi di sezione, provinciali e regionali. Non ho mai chiesto il congresso federali, ma quelli territoriali. Siamo un partito commissariato, visto che c'è stato il passaggio da Lega Nord a Lega Salvini Premier. Poi con il Covid era ovviamente tutto fermo, ora proprio ieri Salvini ha detto che si faranno i congressi come risposta all'astensionismo. Una notizia positiva e molto importante".

La leadership di Salvini a suo avviso è in discussione?
"No, zero".

Qualcuno vorrebbe Zaia presidente del Consiglio, in caso di vittoria alle elezioni politiche da parte del Centrodestra, che cosa ne pensa?
"Ha tutte le capacità per farlo e non avrebbe alcuna difficoltà a gestire il Paese, non se sia nel suo interesse. Ma, ripeto, ha tutte le capacità per svolgere il ruolo di premier".

Anche Giorgetti potrebbe essere in corsa però...
"Rispondo con una metafora: preferisco gli allenatori con una panchina lunga a quelli che hanno solo 11 giocatori e se uno si fa male giocano in 10".

In molti ritengono che Zaia (o Giorgetti) potrebbero essere ben visti in Europa, soprattutto a Berlino e a Bruxelles, a differenza di Salvini. E' così?
"Fino ad oggi, a parte Monti e Draghi, non c'è un premier che sia andato bene all'Europa. E dai tempi di Craxi non c'è stato un solo leader che sia stato prima osannato e poi sia rapidamente caduto e messo a tacere. Questa è l'Italia".

Infine il Quirinale. Draghi al Colle e subito al voto?
"Non sono così sicuro che l'esperienza a Palazzo Chigi di Draghi finisca con questo governo".

Si candiderà alle elezioni con suo partito?
"Ci sono tanti modi per fare il premier, il nostro è un Paese strano...".