Le donne, la fiction e la chiave del successo

L'analisi critica di Lucia Pulpo alla fiction televisiva 'DOC - Nelle tue mani', sul ruolo delle figure femminili.

di Lucia Pulpo
DOC fiction
PugliaItalia
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Festeggiare è bello, mimose, cioccolatini, cenette più o meno romantiche col partner o con le amiche… Cliché da telenovela insopportabili, se riportati al presente che viviamo dove le donne fanno poca carriera, vengono considerate e pagate meno degli uomini e sono ancora vittime di violenza fisica e morale.

Lontano da ogni retorica rituale vorrei portare all’attenzione il ruolo della donna in un racconto per immagini moderno e popolare: la seguitissima fiction in onda (la seconda stagione) proprio in queste settimane “DOC - Nelle tue mani”. Una serie televisiva non è un rapporto ISTAT, non incide sul PIL, non è legge di Stato, voglio parlarne perché ingrossa il malcostume “popolare”: quello che si accusa davanti a grandi misfatti, ma si lascia ribollire in sottofondo perché “è così che è sempre andato il mondo”.

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DOC è il dottor Fanti, interpretato da Luca Argentero, protagonista delle guarigioni e di molte storie di vita privata che s’intrecciano con la sua. Poi ci sono gli specializzandi Riccardo e Gabriel, l’amico Enrico, il nemico Umberto, il rivale in amore Davide, il collega fidanzato con la figlia Edoardo, il nuovo dottore ambiguo Damiano. Questi i personaggi che lavorano ed hanno un rapporto con i pazienti. Le donne?

Spose, amanti, felici o tradite hanno un ruolo nella vita privata dei personaggi maschili in camice, ma non risolvono casi, non ipotizzano nulla che abbia effetti positivi, non entrano in empatia con i pazienti. Sono brave ad opporsi alle decisioni maschili, pronte a dire il contrario di quanto proposto dagli uomini che siano vittime, come la ex-moglie Agnese, o carnefici, come la ex-amante Giulia, non riescono a guadagnarsi la stima di chi ha a che fare con loro senza compromissione sentimentale.

Addirittura perdono professionalità come la caposala Teresa, che da unica esponente del corpo infermieristico, viene degradata ad amante ufficiosa del dottor Enrico. La figlia (di DOC) Carolina, per ribellarsi al padre, si butta nella relazione col primario di chirurgia, la cattiva/rivale in corsia Cecilia finisce col chiedere aiuto ad Andrea, suo vero e unico amore: insomma sotto il camice niente.

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L’unica dottoressa ad apparire credibile, la psicologa Lucia, si scopre esser manipolata dal compagno e preda di paure mai affrontate.

Così si frantuma ogni speranza, le donne sono dannate per loro stessa natura.

Questa serie, dicono stia riscuotendo grande successo all’estero, per questo si pensa già alla terza stagione. Mi auguro che le quote rosa salgano: non in termini numerici, ma qualitativi perché le donne italiane devono imparare a rispettarsi e farsi rispettare e questa conquista passa attraverso il lavoro, i meriti sul campo, la forza, la determinazione e la resistenza. Speriamo nel futuro (guerra permettendo) di crescere e diventare Donne!