S. Maria di Leuca, 'Barlumi nell’imbrunire', le poesie di Vittorio Buccarello
“Barlumi nell’imbrunire”, poesie di Vittorio Buccarello - 12 settembre 2025 ore 19,30 – S. Maria di Leuca (Le).
di Paolo Rausa
Un nuovo volume di poesie arricchisce il repertorio già ben colmo di Vittorio Buccarello, figlio di una terra del Sud riarsa, provata dall’arsura non solo atmosferica. Forse è proprio questa condizione di finitudine aspra e arcigna, bagnata perennemente dai due mari e fustigata dal vento di scirocco umidiccio, il faugnu, o sferzata dalla tramontana, a permeare lo spirito inquieto e indomito dei suoi abitanti. In questo senso Vittorio Buccarello ne è l’emblema.
Conosco bene le sue ultime fatiche letterarie per averle recensite: il romanzo “Camminando sulle foglie” del 2021, autobiografico, e “Sterpaglie di nostalgia”, prose e poesie che si intercalano come per prendere fiato. A cui si aggiungono “La voce che sogna” (2017), “Esuli del tempo” (2020) e “Mamma Oronza: la voce della fede” (2022). Il dispiegarsi del libero pensiero razionale e il sogno portato e sconvolto dal vento. E’ abbastanza per capire la passione che sprona, turba, sconvolge e infine sembra acquietare Vittorio Buccarello. Non è una parabola, ma un percorso vitale.
Ora turbolento, ora quieto, speranzoso dall’alto dei suoi 80 anni. Ne ha viste tante, Vittorio, e le ha affrontate con spirito anelante, preoccupato per le sorti della sua terra e del mondo, perso in vane aspirazioni di gloria illusoria. Non la kléos dei greci, persa nei meandri del mito, ma la bramosia spasmodica di potere da conseguire con tutti i mezzi: la corruzione e la violenza, la guerra distruttrice di uomini, bambini e città intere ridotte ad un cumulo di macerie.
Ora Vittorio trascorre i suoi giorni guardando indietro e preparandosi per il futuro, per questo sgomento ma anche rasserenato di aver compiuto tutti i passi e aver fatto tutte le scelte possibili, per quanto consentivano le sue forze, per assicurare alla famiglia, alla cara moglie, ai figli e ai suoi conterranei oltre tutto un pensiero finale soave e rasserenante. Solo l’osservazione della natura gli dà modo di potersi inserire, fragile fibra dell’universo, nel ciclo continuo della vita.
Così i paesaggi, il mare, lo sciabordio sugli scogli, i tramonti, le albe, le tormente sono tutte espressioni di un animo indomito che ora si rifugia nel sogno. Ma il suo demone è vivo, emette fumo, non tutto è ridotto a cenere, arde sotto il fuoco della passione che lo ha sempre animato qualunque cosa si mettesse a fare alla ricerca della sua Itaca. Il fuoco animato dal vento, come ànemos, soffio vitale, che scompone tutto e ricompone dando vita ad un caleidoscopio di scene che rappresentano il susseguirsi degli avvenimenti che hanno reso la sua vita intrepida.
“Racconto storie per ricordare/vecchi ricordi di un tempo fiero,/compongo frasi con umili parole,/versi selvaggi in modo sincero” - confessa in una sua lirica - “Nell’epilogo del tempo” fra le più di cento pubblicate in questo libro arricchito da una serie di immagini che lo illustrano. I suoi sono “Versi umili” e “pensieri ricavati dai percorsi/incisi negli angoli della mente”.
E aggiunge nel chiudere la lirica un ulteriore passaggio che definisce meglio il paragone con i fiori, profumati e colorati: “Sono fiori germogliati selvaggi/dal semplice terreno in siccità,/si espongono sul prato, randagi,/sospesi tra il dubbio e la realtà”. E così i versi come i pensieri volano alti, guardando verso l’orizzonte, diceva il poeta Ernesto Cardenal, perché lì a noi tocca andare. Youcaprint, Lecce 2025, pp. 148 € 18,50.