TAP, il raddoppio non necessita della Valutazione Impatto Ambientale
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha escluso dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale il progetto di espansione del TAP.
Attraverso una nota diffusa, TAP esprime la propria soddisfazione per il decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica con il quale il progetto di espansione della portata del gasdotto a 20 miliardi di Mc annui è stato “escluso dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale”, riconoscendo che esso non determina potenziali impatti ambientali significativi e negativi, essendo limitato in Italia a lavori di adeguamento all’interno dell’esistente Terminale di Ricezione del Gasdotto (Pipeline Receiving Terminal, PRT) di Melendugno.
Si ricorda altresì - si legge ancora nella nota - che la realizzazione degli interventi necessari per la espansione della portata del gasdotto è subordinata agli esiti del Market Test, condotto in ottemperanza al quadro regolatorio di riferimento per TAP.
Anche il consigliere e assessore regionale al Bilancio Fabiano Amati ha commenta il decreto ministeriale, che esclude la procedura di VIA per il progetto di potenziamento del terminale di ricezione TAP a Melendugno, grazie al quale la capacità di trasporto del gas passerà da 10 a 20 miliardi di metri cubi annui.
"La decisione del Ministero dell’Ambiente di non sottoporre il raddoppio del gasdotto TAP alla Valutazione di Impatto Ambientale è giusta e fondata: non ci sono impatti ambientali significativamente negativi, come confermato dagli atti. Ma proprio perché la Puglia continuerà a ospitare un’infrastruttura strategica per l’Italia e l’Europa, con una evidente concentrazione territoriale di impianti energetici, abbiamo diritto a compensazioni economiche commisurate al potenziamento, così come previsto dalla legge regionale vigente e dalla sentenza della Corte costituzionale".
"Il raddoppio - ha proseguito Amati - prevede nuove opere, tra cui edifici tecnici e modifiche all’attuale linea di derivazione. Si tratta di lavori confinati nel perimetro già destinato, senza ulteriori interferenze con il paesaggio o l’ambiente. Ecco perché la decisione del ministero è tecnicamente inattaccabile, così come lo erano tutte le decisioni degli anni scorsi, purtroppo ostacolate da clamorose proteste di piazza, incapaci di cogliere l’opportunità strategica dell’infrastruttura e rinunciando alle compensazioni da concentrazione territoriale, oltre che a quelle ambientali".
"Ma proprio perché qui si concentra una funzione essenziale per l’indipendenza energetica nazionale - ha spiegato Amati - il Consiglio regionale ha approvato una legge che impone l’obbligo di corrispondere compensazioni da destinare a sconti in bolletta, determinate in misura ragionevole - cioè sugli utili - e quindi senza rappresentare alterazioni tariffarie né tantomeno dazi. Il tutto nella misura massima del 3%.
"La Regione Puglia - ha concluso Amati - si è dimostrata all’avanguardia nel recepimento della legge Marzano, che attribuisce alle Regioni la facoltà di stabilire compensazioni da concentrazione territoriale, ben distinte da quelle ambientali e dunque del tutto indipendenti dal procedimento di valutazione ambientale. Certo, se questo spirito fosse stato assunto anche nella prima fase di realizzazione del gasdotto, quando TAP sarebbe stata disposta a riconoscere qualsiasi cifra pur di realizzare l’infrastruttura, oggi staremmo parlando di compensazioni su 20 miliardi di metri cubi e non soltanto su 10. Ma è andata così, purtroppo, e per capirlo abbiamo dovuto affrontare una grave crisi energetica causata dalla nostra dipendenza dal gas russo, utilizzata da Putin anche per osare l’aggressione bellica contro l’Ucraina".
(gelormini@gmail.com)