Aimone di Savoia: “Le scuole intitolate a Amedeo Savoia-Aosta non si toccano”

Esclusivo. Il principe di Casa Savoia da Mosca dichiara: “Si può fare qualsiasi cosa ma il fratello di mio nonno ha dato la vita per l'Italia”

di Eugenio Parisi
Roma
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A Pistoia un professore del locale liceo scientifico Amedeo di Savoia duca d’Aosta, ha proposto di cambiare il nome della scuola dove insegna per sostituirlo con quello di un personaggio femminile come Rita Levi Montalcini o Margherita Hack. Parla Aimone Savoia Aosta.

Sul tema l’opinione pubblica si è spaccata tra chi sostiene il cambiamento e chi invece ritiene inopportuna la rimozione definita da ambienti monarchici e di Fratelli d’Italia come un tentativo di cancellare la nostra storia.

Sul tema è intervenuto con una sua lettera anche il capo del casato Aimone di Savoia che da Mosca, dove risiede per lavoro, ha scritto sia al preside del Liceo Scientifico, Paolo Biagioli, che al sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi.

Aimone di Savoia: lettera aperta al Sindaco Tomasi e al Preside Biagioli

Scrive il Principe di casa Savoia: “Cambiare il nome di una scuola è una scelta democratica. Non è infatti sulla scelta in sé, ma sulle motivazioni addotte che la dovrebbero giustificare e sostenere, che vorrei chiedere la Vostra attenzione. Le motivazioni del docente che ha lanciato la proposta – continua Aimone di Savoia - riguarderebbero i valori che ispira una figura come quella di Amedeo di Savoia Duca d’Aosta, ossia quelli della monarchia e la collusione con il regime fascista. La storia di Amedeo di Savoia, fratello di mio nonno, come quella della Monarchia e dell’Italia tutta, passa indubbiamente per il periodo fascista, ma ciò non scalfisce minimamente la ineccepibile e gloriosa storia della sua persona. Morì per la sua patria in Africa, in un campo di prigionia inglese. Fu infatti costretto ad arrendersi dopo giorni di strenua difesa, per la mancanza di munizioni e soprattutto per poter salvare la vita ai moltissimi feriti che non potevano più essere curati.  Al momento della resa, il comando inglese decise di rendergli gli onori delle armi, per l’eroico comportamento suo e dei soldati che comandava. L’onore delle armi è un atto eccezionale che non ricordo sia mai più stato concesso. Gli Inglesi, nemici acerrimi dell’Italia fascista gli riconobbero quel valore che chi sostiene questa proposta gli vuole cancellare! Siete ovviamente liberi nelle Vostre scelte, ma vi chiedo di non denigrare un eroe che aveva ben chiaro quale sia il valore dell’amor di Patria, e del senso del dovere al quale ha sacrificato la propria vita con orgoglio e fierezza. Un uomo valoroso, un esempio per tutti coloro che conoscono e rispettano la storia”.

Quello della conservazione della storia è un tema che sta suscitando dibattiti un po’ dappertutto, non solo in Italia ma anche in altri Paesi del mondo si pensi agli Stati Uniti dove si vogliono rimuovere le statue al generale sudista Robert Lee e quelle a Cristoforo Colombo. Aimone, tra l’altro ambasciatore dell’Ordine di Malta in Russia, vive a Mosca dove è responsabile della Pirelli Tyre per i mercati scandinavi, quelli russi e altri sino all'India, è noto qui in Italia perché ritenuto da larghe fasce del mondo monarchico e dell'opinione pubblica come il vero capo di Casa Savoia in opposizione a Vittorio Emanuele di Savoia. Aimone è figlio del defunto duca Amedeo di Savoia-Aosta e di Claudia d’Orleans ed incarna lui stesso valori e principi carichi di storia.

Ad Aimone abbiamo posto alcune domande. Intanto gli abbiamo chiesto aggiornamenti sulla disputa dinastica che vede opposti i monarchici su due fazioni: una favorevole ad Aimone ed un'altra invece che sostiene suo cugino Vittorio Emanuele, padre di Emanuele Filiberto, e poi sul ruolo che può svolgere casa Savoia oggi che in Italia c’è la Repubblica.

La disputa dinastica che la oppone a suo cugino Vittorio Emanuele che impatto ha nei rapporti con le altre dinastie e case regnanti?

“La questione lascia abbastanza indifferenti gli appartenenti alle altre dinastie. Proprio il rapporto di parentela fa travalicare ogni tipo di polemica. C'è poi una considerazione: sia in alcune dinastie regnanti sia nelle altre vi sono dispute perché vi sono più pretendenti. Insomma, sono abituati...”.

E lei come vive la questione?

“Guardi per me non è importante chi sia il Capo di Casa Savoia. Per me è invece fondamentale che venga tutelata la memoria e il ruolo della nostra dinastia nella storia d'Italia. Noi membri di Casa Savoia dovremmo cercare di instaurare una continuità tra quella che era la Monarchia e la Repubblica che oggi è l'istituzione che regge il nostro Paese. E questo nell'insegnamento di Re Umberto: l’Italia innanzitutto. Per cui questo è il nostro faro. Non c'è un regno, perciò, se qual uno vuole disquisire su chi sia il giusto rappresentante della Casa lo faccia. Mi interessa solo l'Italia e il bene del nostro Paese”.

Lei ha conosciuto durante la visita a Mosca il presidente Sergio Mattarella. Che impressione le ha fatto?

“Guardi ho parlato poco con il nostro Presidente, tuttavia, mi ha colpito per la sua positività, è stato un incontro cordiale. Il Presidente è una figura bellissima che sta facendo bene il suo lavoro”.

Il Presidente Mattarella le ha conferito l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica...

“Sono stato orgoglioso di aver ricevuto questa onorificenza che mi è stata consegnata a Mosca nella nostra rappresentanza diplomatica, dall’ambasciatore Pasquale Terracciano, con un discorso toccante. Io ho risposto in maniera emozionata, facendo sorridere tutti i presenti, se da una parte ho messo in rilievo come questa decorazione mi ha reso orgoglioso per quel discorso di continuità dello Stato unitario tra la monarchia e la Repubblica, dall’altra ho detto che rimanevo monarchico”.

Come l’hanno presa i monarchici?

“Qualcuno ha storto il naso, ma come dicevo l’Italia innanzitutto”.

Si sono celebrati i 70 anni di regno della Regina Elisabetta II. É stata una festa anche per Lei?

“La Regina è una persona eccezionale e lo ha dimostrato in tutti questi 70 anni. Dal punto di vista temporale solo Luigi XIV è stato sul trono più di Elisabetta avendo regnato per 72 anni e 110 giorni. Mio padre Amedeo era presente all’incoronazione della Regina ed era al balcone. Ora questo giubileo di platino è un po' la festa di tutti monarchici del mondo”.

Lei, mi sembra, è nella linea di successione dinastica al trono d'Inghilterra e pure a quello di Russia?

“Sarò al duecentesimo posto. Tutto deriva dal fatto che abbiamo tra i nostri avi la regina Vittoria”.

Lei ha una somiglianza impressionante con l'ultimo Zar Nicola II...

“A Mosca spesso mi dicono che assomiglio alla Zar. La cosa un po' mi diverte ma mi turba anche”.

In questo momento si sta vivendo un conflitto nell’Europa orientale, cosa ne pensa?

“Le guerre sono pericolose, anche perché le armi attuali possono portare alla distruzione completa dell’umanità. Mi auguro che arrivi la pace. Per fortuna mio padre non ha assistito a quello che sta accadendo in questi giorni, perché ne avrebbe molto sofferto. Tutti ricordano che a San Rocco, dove lui abitava, vicino Arezzo, aveva fatto mettere fuori di casa la bandiera Sabauda, ma sopra la bandiera della Pace. Oggi ho ricordato questo episodio, e anche in chiesa c’era la bandiera della pace”.