Jovanotti: la clip del nuovo album ha il profumo della moda e della Calabria

Lo stilista naturalizzato romano Anton Giulio Grande racconta la sua nuova avventura come commissario della Calabria Film Commission. Al posto di Gianni Minoli

di Tiziana Galli
Roma
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Anton Giulio Grande, stilista lametino ormai romano per adozione, è il nuovo presidente e commissario straordinario di Calabria Film Commission e decide di puntare su cultura, turismo, comunicazione e cortometraggi.

La prima sfida è l'eredità di Gianni Minoli, dal quale ha raccolto il testimone e comincia il nuovo lavoro puntando in alto: Calabria Film Commission ha partecipato alla realizzazione del nuovo videoclip dell'albium di Jovanotti: interamente girato in Calabria.

Tra Chianalea e Scilla

“Alla salute” è il titolo del brano, Giacomo Triglia il regista e le location oscillano tra la spiaggia di Chianalea e gli scorci di Scilla e il borgo medievale di Gerace. “Ho voluto iniziare con Jovanotti perché ritengo sia un uomo di grande valore – racconta lo stilista - è attento alla natura e all’inquinamento, ha un atteggiamento sempre positivo, una grande energia e soprattutto ogni cosa che fa si trasforma in un successo”.

Il disco uscirà entro la fine di maggio, ma questo è solo il primo dei tanti progetti della Film Commission Calabria diretta da Anton Giulio Grande: l’idea è quella di promuovere la regione caldeggiando i contatti con l’estero e utilizzando i canali della musica, del cinema, della televisione, della letteratura e dell’arte coinvolgendo anche blogger e influencer.

Grande, quale sarà il prossimo obiettivo?

“Sono già in atto trentasei produzioni: una di queste è il film “Diabolik 3”, con Miriam Leone, Valerio Mastrandrea e la partecipazione straordinaria di Monica Bellucci. Le riprese saranno a Palmi e a Praia; in più parteciperemo con i nostri progetti ai festival di Cannes, Venezia, Roma e, a febbraio, Berlino”.

Tutto questo come si concilia con il mondo della moda?

“Si concilia benissimo. Moda e cinema sono sempre stati mondi paralleli, che si fondono ma non si confondono. Uno è sempre stato ispirazione dell’altro: basti pensare al tubino nero di Hubert di Givenchy indossato Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany”, da quel momento in qualsiasi armadio femminile non può più mancare un “little black dress”. Lo stesso si può dire per lo scollo a “V” dell’abito plisseè bianco indossato da Marylin Monroe in “Quando la moglie è in vacanza”, da quel momento quel taglio venne chiamato “scollo Marylin”; oppure pensiamo al cappotto del “Dottor Zivago, sono tutte immagini divenute iconiche. Gli stilisti prendono ispirazione dal cinema e dagli artisti: è stato sempre così, e a volte si ricordano più gli abili che i film”.