La Francia vuole cancellare il mito della cacio e pepe. Nutriscore, una follia

Coldiretti Lazio contro il Nutriscore: “col semaforo sulle confezioni addio cacio e pepe, mozzarella di bufala e Parmigiano Reggiano”

Roma
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Nutriscore, ovvero l'etichettatura a tre colori proposta dalla Francia e sulla quale l'Ue si pronuncerà a giugno, tra i tanti danni denunciati dall'Italia c'è anche la fine di un mito: la pasta cacio e pepe.

Croce degli chef per via della difficoltà di amalgamare in padella il pecorino, delizia del palato, la pasta che contende il primato internazionale all'amatriciana, potrebbe perdere col Nutriscore il pecorino romano, base essenziale della crema che vanta più imitazioni della Settimana Enignistica. E senza il pecorino vero, quello romano dop, la crema morbida rischia di diventare una nuova specie di formaggio.

Gkli effetti sul Made in Italy del Nutriscore

A denunciare non solo gli effetti sul patrimoni gastronomico italiano, costruito su ricette e tradizioni che partono dai prodotti del territorio, ma anche il diritto dei “consumatori ad essere informati su ciò che acquistano è il presidente di Coldiretti Lazio David Granieri, che lancia la prima enciclica sulla difesa dei prodotti Made in Italy.

Scrive Granieri: “Se il Nutri-Score venisse approvato dall’Unione Europea sparirebbero dalle tavole le eccellenze locali che caratterizzano i nostri territori e con la loro la storia e le tradizioni che li accompagnano. Quello di cui abbiamo bisogno è un’Europa protagonista e forte perché capace di coltivare le sue ricchezze e le pluralità di cultura. Il Nutriscore cancellerebbe i piatti tipici della nostra tradizione come il cacio e pepe, che secondo il sistema di etichettatura dovrebbe essere senza Pecorino Romano, perché considerato non salutare, e non esisterebbe più neanche la famosa caprese, perché sotto accusa è anche la Mozzarella di Bufala, stessa cosa per il Parmigiano Reggiano o la Gorgonzola”. 

Ecco come funziona il sistema di etichettatura a colori

Se non fosse chiaro cosa prevede il sistema a semaforo sui cibi, Granieri aggiunge: “I sistemi di etichettatura a colori come il Nutriscore escludono paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali, che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. L’etichetta nutrizionale a colori boccia ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp), che la stessa Ue dovrebbe invece tutelare e valorizzare, soprattutto nel tempo del Covid. La pandemia ha dimostrato quanto sia importante l’alimentazione e quindi la salute ed è su questo che bisogna lavorare”. 

Infine, “Oltre alla Francia, sono a favore del Nutriscore anche Belgio, Germania e Spagna, mentre l'Italia sostiene il Nutrinform, che considera più adeguato in quanto aiuta a comprendere l’apporto nutrizionale della porzione effettivamente consumata dell’alimento. Il Nutriscore, invece, risulta fuorviante per i consumatori, in quanto è basato su un algoritmo discutibile e penalizza i prodotti della Dieta Mediterranea e quelli tradizionali DOP e IGP, che non possono essere riformulati come quelli industriali. Coldiretti sta portando avanti questa battaglia anche sui tutti i tavoli, facendo sentire la propria voce e partecipando alle consultazioni pubbliche della Commissione europea”.