Nuove licenze taxi: il ricatto del leader Bittarelli: “Agiremo di conseguenza”

Il leader del 3670 manda un “pizzino” a Giorgia Meloni: “Meno male che si tratta con un governo amico”. E apre l'autunno caldo

La protesta dei tassiti a Roma
Roma

Nuove licenze taxi, il Consiglio dei Ministri non ha ancora terminato la riunione per varare l'aumento del 20% delle licenze che i tassisti dissotterrano l'ascia di guerra. É il presiedente del 3570, la Coop più grande d'Europa che manda un messaggio minatorio al Governo Meloni: “E meno male che si trattava di “Governo amico”, saremo costretti, inevitabilmente, ad agire di conseguenza". Firmato: Loreno Bittarelli.

Non va giù alla lobby dei tassisti la sconfitta clamorosa rimediata in questo agosto. Dopo mesi di campagna sociale e di continue denunce sull'assenza di taxi nelle principali città italiane, Roma e Milano in testa, con foto e video he chiaramente hanno evidenziato l'a “volatilità del servizio”, si preannuncia una nuova stagione calda a partire dal ritorno dalle vacanze, quando i tassisti avranno esaurito le ferie e le città torneranno ad una normalità apparente. Quell'agiremo di conseguenza, ha il sapore di una minaccia non solo all'esecutivo di Giorgia Meloni ma al'Italia intera che potrebbe affrontare una nuova stagione di battaglia dei tassisti, un sequel horror di marce e proteste nel cuore di Roma. Un film visto e rivisto che aumenta le ombre su una categoria la cui trasparenza politica non è stata mai stata cristallina.

"Contrari al metodo e al merito"

Scrive Il Bittarelli, da più di 30 anni al vertice della categoria con diverse esperienze politiche nel tentativo di rappresentare direttamente gli interessi dei tassisti con la casacca di senatore o deputato: “Siamo stati convocati a valutare un testo che non viene fornito è, indubbiamente, una novità nei rapporti sindacali che certo non provoca consenso di metodo, ma se il testo che verrà approvato in Consiglio dei Ministri corrisponderà alle indicazioni sommariamente forniteci sarà impossibile anche il consenso di merito”.

E scarica le colpe dell'assenza dei taxi sui Comuni

“La responsabilità politica e giuridica delle carenze funzionali del servizio nelle maggiori città italiane sono riconducibili, esclusivamente, alle inadempienze di programmazione dei Comuni, che avrebbero e dovuto intervenire anche seguendole linee guida dell’ ART. Mentre, il DL sbaglia mira, e anziché intervenire sui Comuni inadempienti, interviene con un Decreto “Marketing” che fa il copia incolla del Decreto Bersani, eliminando l’unica garanzia di seria e concreta istruttoria finalizzata al rilascio di nuove licenze affidata all’ART dalla legge del 2011 e compensa i tassisti con la doppia licenza - che non vogliono - perché va contro il principio fondamentale ed intoccabile della Legge 21/92 riaprendo la strada al “padronaggio”.

La conclusione da sapore di ricatto è nota: “Agiremo di conseguenza”.

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