Paola Cortellesi Lupa di Roma: per il sindaco Gualtieri, “C'è ancora domani”

L'attrice e regista premiata in Campidoglio per la sua narrazione: dal Quarticciolo a Bastogi, “C'è un gatto in tangenziale”

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Roma

Paola Cortellesi è ormai “patrimonio dei romani”. A lei il sindaco Gualtieri consegna il premio “Lupa Capitolina”, già nelle mani di Vasco Rossi, dei Maneskin e di Antonio Tajani in occasione dell'anniversario per la firma dei Trattati di Roma.

Le motivazioni: “Un riconoscimento per il suo contributo fortissimo artistico e culturale alla nostra città. Un legame importante sia per la produzione cinematografica sia per quello che ha fatto negli anni per la città: dai viaggi ella memoria alla biblioteca del Quarticciolo – ha spiegato il sindaco Gualtieri che ha aggiunto - La vogliamo ringraziare e onorare oggi per come ha saputo raccontare la nostra città nei suoi film. Anche parlando di luoghi in cui noi stiamo cercando di intervenire, da Tor Bella Monaca a Corviale e Bastogi. La Lupa che le consegniamo per il suo film 'C'è ancora domani': ha compiuto un'operazione importantissima e necessaria per l'impegno civile. Un film necessario".

 

Papà non c'è più ma starà ridendo... “Bella de papà”

E la Cortellesi non ha resistito a scatenare l'ironia: "Sono onorata di ricevere questo riconoscimento, per quello che abbiamo fatto in questi anni. Insieme a Riccardo Milani o alla mia squadra di sodali, Calenda e Andreotti. Sono onorata perché sono romana e questa è la mia città. Ringrazio gli abitanti di Testaccio, unico quartiere dove non avevo ancora girato. Sono qui con la mia famiglia, mia madre e mia sorella maggiore. Mio padre non c'è più ma so che dovunque sia commenterà ridendo con un 'bella di papà' da vecchio romano".

Casapound riaccende la polemica sulle fiabe sessiste

"È tragicomico sentire fare ancora battute sulle presunte favole sessiste, con una verve comica degna della peggiore vignetta facebook. Cogliamo però l'occasione per suggerire a Cortellesi e giornalisti di parlare di un'altra favola, quella della resistenza e di partigiani assassini e stupratori. Termini che, lo sappiamo, faranno rizzare i capelli in testa ai moderati ma che rappresentato un realtà documentata: i partigiani in Italia violentarono, seviziarono e ammazzarono barbaramente migliaia di donne e bambine, lo stesso vale per i soldati alleati (basti pensare alle marocchinate), per non parlare di oltre il milione di donne tedesche stuprate sistematicamente dai soldati dell'armata rossa. Siamo sicuri che il vero problema siano le fiabe o chi continua ad esaltare dei criminali che non avevano remore nello stuprare non solo ausiliarie ma anche madri, mogli e figlie di veri o presunti nemici politici?”.