Rottamazione quinquies in arrivo: attenzione!

Fisco e Dintorni

Partite Iva Nazionali hanno presentato una petizione in Senato per segnalare le gravi violazioni nascoste dietro la nuova Rottamazione.

È tempo di lavori in Parlamento perché è in fase di discussione la nuova legge di bilancio che conterrà probabilmente la nuova Rottamazione Quinquies. Nel frattempo l’associazione datoriale Partite Iva Nazionali (PIN) ha presentato in questi giorni una petizione in Senato per segnalare gravi anomalie nelle cartelle che saranno oggetto di adesione.

Per comprendere meglio la questione abbiamo chiesto chiarimenti al Presidente nazionale di PIN, il Cav. Antonio Sorrento.

Presidente Sorrento, quali contribuenti rientreranno in questa nuova Rottamazione?

Secondo le indiscrezioni fornite al nostro comitato scientifico, le forze politiche stanno discutendo per introdurre una rottamazione diversa rispetto agli anni passati, in quanto sembrerebbe allungare il calendario dei pagamenti fino a nove anni scanditi in 108 rate anche se con una serie di parametri che potrebbero limitarne la platea. Ricordiamo che la precedente rottamazione Quater (indicata tecnicamente come “Definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022”) ed è stata introdotta dalla Legge di bilancio 2023 (legge n. 197/2022).

Essa permetteva di versare solo l’importo dovuto a titolo di capitale e quello dovuto a titolo di rimborso spese per le eventuali procedure esecutive e per i diritti di notifica. Venivano dunque eliminate le somme dovute a titolo di sanzioni, interessi iscritti a ruolo, interessi di mora e aggio e indicato un numero massimo di 18 rate da pagare in cinque anni. Purtroppo le poche rate hanno comportato importi insostenibili per i contribuenti determinando un grande numero di contribuenti decaduti per impossibilità a pagare la rate.

Si può comprendere facilmente, dunque, il passo avanti di riuscire a spalmare il debito in 108 rate come indicato nella bozza oggetto di discussione.

Tutto positivo allora?

Purtroppo no, c’è il rischio che molte cartelle oggetto di rottamazione non siano più esigibili ma tuttavia potrebbero essere chieste anche in fase di rottamazione.

Per questo motivo il nostro comitato tecnico scientifico, e in particolare gli Avv.ti Maria Assunta Saracino e Matteo Sances, hanno redatto la petizione per segnalare che molte pretese contributive dell’Inps dovrebbero essere cancellate d’ufficio e non inserite nella prossima rottamazione.

Chiarisco meglio. Spesso i contribuenti non sanno che se i debiti contributivi sono prescritti (ossia più vecchi di 5 anni senza che gli enti si siano adoperati a richiederli) non possono essere pagati e se pagati per errore dai contribuenti vanno restituiti (Cass n.23367/2016). Sul punto, segnalo anche la sentenza del Tribunale di Lecce n.2460 del 21.09.2022 (visibile su www.partiteivanazionali.it – sez. Documenti) che non solo ha annullato una richiesta Inps da 36000 euro ormai prescritta ma ha addirittura condannato Inps a restituire quasi 50.000 euro incassati illegittimamente proprio perché troppo vecchi e non più dovuti dal contribuente.

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