Coni, domani il giorno del giudizio. Pancalli in pole con l'incognita Carraro
Il presidente del comitato paralimpico concluderà stasera la sua campagna elettorale. Sembrava una formalità, ma l'ex sindaco di Roma ha sparigliato le carte
Franco Carraro
Coni, domani il giorno del giudizio. Pancalli in pole con l'incognita Carraro
Chi lo conosce bene racconta di un Luca Pancalli concentrato, un po' teso, con il desiderio di serrare le fila questa sera in una cena di chiusura della campagna elettorale che prelude al giorno del giudizio: domani, infatti, si decide chi sarà il prossimo presidente del Coni, succedendo a quel Giovanni Malagò che è stato invitato - senza mezzi termini - a lasciare la poltrona. A sfidarsi per la sua successione, oltre a Pancalli, altri sette candidati, di cui due di peso: il primo è Franco Carraro, uomo per ogni stagione che da quasi 50 anni ha gestito lo sport e la politica nel nostro Paese. L'altro, diretta emanazione proprio di Malagò, è Luciano Buonfiglio, al timone della federazione canoa e kayak.
Chi vince? Fino all'ingresso sulla scena di Carraro sembrava che l'esito potesse essere scontato in favore di Pancalli, il quale poteva contare su un buon gruzzolo di voti. Per essere eletti ne servono 41. Poi l'arrivo dell'ex sindaco di Roma ha un po' sparigliato le carte. Logico quindi pensare che anche la sua candidatura - e attenzione ai ricorsi, perché potrebbe non essere finita qui, come riferiscono i bene informati a Roma - possa rientrare nell'alveo del post-Malagò, visto che il suo bacino elettorale (si parla di una decina di voti al più) verrebbero probabilmente sfilati a Pancalli. Il meccanismo di voto è analogo a quello per la scelta della sede per le Olimpiadi: ogni volta si sfila il meno votato se non si raggiungono le 41 preferenze. E si va avanti così. Potenzialmente sei scrutini, chissà se non si saprà già prima chi dovrebbe vincere.
Pancalli questa sera riunirà i suoi in una cena che non deve essere "l'ultima", ma anzi dare il via alla sua presidenza. Lo descrivono come testo e concentrato: non si fida e teme il rischio di chi entra Papa ed esce cardinale. Negli scorsi mesi, d'altronde, gli sono stati riservati colpi bassi che spesso riguardavano la sua condizione di persona disabile. E pare che per ottenere diversi voti abbia dovuto garantire che il comitato olimpico e quello paralimpico sarebbero rimasti divisi, come se vi fosse il rischio "pietismo" se si fosse fatto leva sulla disabilità.
Ma Pancalli ha un grande vantaggio: pur essendo un uomo di note simpatie di centro-sinistra, ha l'appoggio del governo. Che è vero, non vota direttamente, ma può essere meglio disposto a trattare con uno e non con un altro, visto che i soldi passano attraverso la Sport e Salute guidata da Marco Mezzaroma. Insomma, meglio essere in buoni rapporti con l'esecutivo. E infine un'ultima chiosa: si diceva di possibili ricorsi, poiché la candidatura di Carraro inizialmente era stata bocciata dal ministro competente, Andrea Abodi, prima di essere riammessa dalla commissione elettorale del Coni. Chissà, se i voti di Carraro dovessero essere decisivi, se qualcuno non vorrà provare ad adire le vie legali. Poche ore e sarà tutto svelato.