Luis Enrique dalla figlia persa al fair play: lui il vero simbolo di Euro '20

Luis Enrique, senza alcun rimpianto o rammarico, con spirito di lealtà e fair play, si congratula con l'Italia

di Mirko Crocoli
Fonte Instagram Luis Enrique 
Sport
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“È solo un gioco”. Affatto, era il penultimo atto di uno show sportivo che ha incollato il Vecchio Continente agli schermi. Eppure ringrazia, abbraccia, tranquillizza, rasserena, dà sostegno ai suoi dopo l’amaro epilogo alla roulette dei rigori – per la solita sfortunata casualità – e si vede sfumare in una frazione di secondo il biglietto d’ingresso con direzione Londra, in programma domenica 11 luglio. Si congratula con Mancini, saluta gli azzurri, applaude, pur consapevole che è lui il vero vincitore e che, con tutta onestà, per come ha stoicamente combattuto la sua equipe nei 120 minuti più intensi di codesta competizione, avrebbe meritato, sul campo e ai punti, il big - match. Poi, alla fine, senza alcun rimpianto o rammarico, con straordinario spirito di lealtà e (non comune) fair play, afferma... "complimenti Italia, tiferò per voi in finale".

Ha perso due anni fa Xana, era il 29 agosto 2019, la figlia di appena 9 anni per un tumore alle ossa dopo inenarrabili sofferenze. Nel giugno precedente, per stare vicino al suo piccolo amore, lasciò il posto da Ct della nazionale iberica, ma dopo solo due mesi ella volò in cielo. “Spero che un giorno ti rivedrò”; furono le ultime parole di addio. È un uomo? No, è un Eroe umano, che ha capito come funziona la vita, oggi, vero simbolo di “Euro 2020”. LUIS ENRIQUE, che dire, al metodo di una nota anchorwoman italiana e senza colpo ferire: VOTO 10!!!