Milan-Como a Perth a forte rischio: pressioni sulla Confederazione Asiatica del Calcio - Allegri: "Meglio se si gioca in Italia"
Milan-Como potrebbe non giocarsi in Australia a Perth. Fabregas ribadisce la sua contrarierà: "Confermo quello che ho detto tre mesi fa"
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Milan-Como a Perth a forte rischio: pressioni sulla Confederazione Asiatica del Calcio
Barcellona-Villarreal a Miami è saltata nei giorni scorsi e la stessa sorte potrebbe accadere per Milan-Como a Perth. Il match di serie A in Australia è a forte rischio, secondo quanto riporta The Guardian.
Nei giorni scorsi la UEFA aveva dato l'ok a far giocare la sfida in un altro Continente (in via del tutto eccezionale), ma secondo queste indiscrezioni figure di spicco all’interno della Federazione europea di calcio ritengono che le possibilità che la proposta vada in porto siano in diminuzione. Il motivo? Non sono ancora arrivati i consensi definitivi dalla Confederazione Asiatica del Calcio (AFC), della Lega Australia e della FIFA. E secondo The Guardian al momento l’AFC starebbe subendo forti pressioni esterne per non autorizzare la partita a Perth.
Milan-Como a Perth, Allegri e Fabregas contrari
Su Milan-Como in Australia ha parlato anche Max Allegri alla vicina del match di campionato contro il Pisa in porgramma venerdì alle 20,45 a San Siro. "Posso dire una cosa, ma conta relativamente poco. L'importante è che sia presa una decisione il più presto possibile. Se giocheremo in Italia meglio, se dovremo andare a Perth ci organizzeremo. Una partita importante"
Contrario anche l'allenatore del Como, Cesc Fabregas. In queste ore ha spiegato: “Non è ufficiale ancora, è possibile che magari non si vada. Confermo quello che ho detto tre mesi fa, io però sono un lavoratore di questa società. Non vado mai contro i tifosi del mio club, loro sono la parte più importante del calcio. C'è chi non dorme per andare a Lecce e usa il proprio stipendio per la trasferta. Devono avere sempre la priorità, capisco la loro arrabbiatura. Nella Liga i capitani delle squadre hanno parlato tra di loro, non è la prima volta che succedono queste cose in Spagna". Il 22 luglio, il tecnico dei lariani aveva spiegato: "È una cosa che non è mai successa, già questo dice tutto - le sue parole in estate sulla possibilità di giocare una partita di serie A in un altro continente -. La gente così non può vivere il calcio, e noi abbiamo Fiorentina prima e Atalanta dopo. Non mi sembra la cosa più giusta, ma non mi preoccupa tanto al momento, la società se ne sta occupando".
Milan-Como a Perth, le parole di Rabiot e Maignan nelle scorse settimane
Nelle scorse settimane era stato chiaro il parere di Adrien Rabiot sul tema: "Totalmente pazzesco. Poi sono accordi economici affinché il campionato abbia una certa visibilità, tutto questo è al di sopra di noi. È pazzesco fare così tanti chilometri per far giocare una partita fra due squadre italiane in Australia. Dobbiamo adattarci. Come sempre. Si parla molto dei calendari e della salute dei giocatori, ma tutto questo sembra davvero assurdo".
E così successivamente anche Mike Maignan: "Sono totalmente d'accordo con lui. Non capisco perché giochiamo all'estero. Oggi si dimenticano molte cose, si pensa molto all'aspetto finanziario. È una partita del campionato italiano, avremmo dovuto giocare in casa, quindi 'perdiamo' una partita casalinga. I nostri obiettivi sono ambiziosi, non bisogna lasciare nulla al caso"
L'ad della Lega Serie A, De Siervo aveva replicato in modo deciso alle parole di Rabiot: "Si scorda, come tutti i calciatori che guadagnano milioni di euro, che sono pagati per svolgere un'attività, cioè giocare a calcio - ha tuonato l'amministratore delegato della Lega Serie A, rispondendo al francese -. Dovrebbe avere rispetto dei soldi che guadagna e assecondare maggiormente quello che è il suo datore di lavoro, cioè il Milan, che ha accettato e spinto perché questa partita si potesse giocare all'estero. La salute dei giocatori è un elemento fondamentale, - ha aggiunto - ci battiamo perché questa cosa abbia delle logiche. Stiamo parlando di una cosa complicata, ma non impossibile. Stiamo cercando di farlo in una logica di armonia, soprattutto se la si pensa come un fatto eccezionale. La sfida organizzativa è complicata, le ore di volo sono tante ma si viaggia su una business class dall'altra parte del mondo, cosa che le squadre fanno stabilmente. I calciatori di vertice, che hanno stipendi commisurati alla fatica che svolgono, dovrebbero capire meglio di altri che questo è un sacrificio che si può fare", ha precisato De Siervo.