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Il buono, il brutto e il cattivo
Campagna elettorale armata in tempi di guerra. L'analisi
Referendum Seggi

Che brutta campagna elettorale!

 

Siamo sempre pronti ad accettare il superamento del peggio cui i nostri governanti ci avevano abituato, e non bastavano le giravolte, i salti della quaglia, le  solite mogli dei segretari  e ministri candidate, il linguaggio becero e cialtrone si è caricato di un livore antico che cerca sbocchi in un ipotetico successo contemporaneo.

Il tutti contro tutti” c’è sempre stato, è vero ma ora si attaccano i “nemici” sul personale, tutte nullità che urlano contro altre nullità, tra Draghi superstar e competitor urlanti e scarsamente efficaci, figuriamoci credibili

Non solo “è la politica, bellezza” ma è l’incapacità congenita di contrapporre idee ad idee, al netto di “tu sei fascista”, no “tu sei comunista”, che fanno sorridere i commentatori stranieri ma eccitano i talkeristi locali, tra ”ma lei pensa che la Meloni sia un pericolo? e gli occhi di tigre del soporifero Letta che ormai assomiglia sempre di più allo zio.

Campagna armata in tempi di guerra, con poco tempo e pochi picchi tematici, a parte bollette e gas, dunque il campo si è ristretto su quanti miliardi di euro possiamo stornare dal bilancio dello stato per pagare l’energia dei privati e delle imprese. E qui si è scatenata la bagarre degli illusionisti mediatici che garantiscono il pagamento a vita di tutto, all’eliminazione delle accise, a mutui garantiti (ahahah) dallo Stato.

La cruda legge della sopravvivenza ai numeri ridotti dei seggi aumenta la tensione e l’ingordigia, tra salti dal carro dei perdenti(SX) e capriole pericolose su quello dei vincitori (centrodestra). Il centro polimorfo e concreto, attende lo sfascio dei due battaglioni, per ricostruire il Governo di Unità nazionale guidato dell’IperProfessore, e intanto nell’ultima settimana di passione se le stanno dando di santa ragione, in una sorta di emiciclo da wrestling, dove sembra tutto finto e invece le botte sono vere.

Lo stesso Mattarella è in difficoltà perché gli stanno chiedendo l’unica cosa che non si può chiedere ad un democristiano: prendere direttamente posizione, per cui continua a osservare preoccupato la zattera italica in balia di onde molto preoccupanti, nonostante le suadenti dichiarazioni dei micro-leader.

Per fortuna manca poco al giudizio-verdetto delle urne e questa volta siamo sicuri che non sentiremo almeno il birignao degli anni scorsi dove avendo vinto tutti di fatto non vinceva mai nessuno, e figuriamoci il paese che guarda attonito al balletto di inizio anno scolastico, senza emozioni, senza elaborazioni programmatiche e senza speranza.

Come nella commedia all’italiana dopo la vittoria della Meloni, saranno tutti pronti a fare i distinguo, l’Archeo-Berlusconi compreso, perché se perdere le elezioni non è così grave, perdere la faccia non aiuta, e speriamo di non rivedere i sorrisi sardonici dell’esercito di paracadutati, di neo-affiliati, post-qualcosa perché anche nella nostra povera Patria il disgusto deve avere un limite.

P.S. : un’ultima considerazione finale in questa brutta campagna elettorale, se i candidati  non sono all’altezza umana media, l’agitarsi dei giornalisti ha messo in scena il peggior spettacolo del mondo, con buona pace dei futuri senatori e deputati, cui ricominceranno a prostrarsi un minuto dopo l’elezione.Come sempre.

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