
Sabato si è tenuto ad Ostia un incontro del nuovo movimento di Rutelli “La prossima Roma”;
location modesta, parrocchiale (in senso anche proprio di parrocchia), pubblico infreddolito, poco numeroso e assonnato anche per l’orario troppo mattiniero.
Parte un video che però dopo un po’ si “folgora” come nota lo stesso Rutelli.Ed allora si anticipa il dibattito.
Si è parlato dei problemi di Ostia e l’ospite di riguardo era il prefetto Domenico Vulpiani attuale commissario della cittadina che ha voluto rendere omaggio al suo ex sindaco di Roma quando guidava la Digos ai tempi del precedente Giubileo; Vulpiani ha definito i suoi interventi, quelli fatti e quelli da fare, per il ripristino della legalità nel municipio commissionato per Mafia.
Poi è la volta della ministra alla sanità Beatrice Lorenzin, eletta per Forza Italia e poi velocemente migrata da Angelino Alfano, conservando così il ruolo governativo che aveva già con Letta; la Lorenzin si impossessa del microfono e non lo molla per circa trenta minuti ripetendo sempre la stessa litania: “occorrono competenze specifiche per fare politica”.Qualcuno nel pubblico accenna alla sua mancanza di laurea in un ministero così delicato come quello per la Sanità, ma viene fulminato da occhiatacce del personale di sala e si tace.
La manifestazione continua per circa tre ore e mezza con una sequela di lamentele e lagnanze che i cittadini fanno presente soprattutto al prefetto-amministratore che registra i desiderata ed ogni tanto annuisce dicendo “lo so perché vado per mare pure io” intendendo la sua passione nautica (nel tempo libero, precisa).
A Rutelli viene chiesto che farà per le elezioni amministrative prossime venture a Roma e lui risponde di “volere dare una mano”; a parte facili battute sull’arto di Gaio Muzio Scevola (che, per la cronaca, lo perse al cospetto di Porsenna) si chiede: “a chi la vuole dare la mano?”.
Francesco si fa serio, come per scrutare il futuro incerto e nebuloso e dice: “Giachetti è un amico;oggi non è qui solo per gravi motivi personali”.
Da notare che pochi giorni prima aveva detto alla Gruber che “voterebbe per Giachetti” ma che anche lui senza squadra non potrebbe farcela a governare Roma.
Frase facilmente interpretabile come offerta di suoi uomini al governo del Comune.
“Sì ma chi appoggerà?”, replica spazientito il popolo dei giornali.
Rutelli pare scrutare ancora più intensamente l’orizzonte lontano e dice che è possibile anche una lista civica, nulla è ancora escluso.
Terminata la parentesi comunale torna ai problemi locali e conclude dicendo che Ostia Antica e l’aeroporto di Fiumicino sono fondamentali non solo per Ostia stessa, ma per Roma e l’intera Italia; il che è vero.
In effetti l’area archeologica di Ostia Antica non è stata mai adeguatamente valorizzata e la presenza di Michela Di Biase, moglie del ministro per la cultura Franceschini, ci ricorda che “la cultura è importante”.
Verso le 12.30 vi è un fuggi fuggi generale per il pranzo e lo spazio teatrale rimane desolatamente vuoto.
Passando dalla fenomenologia all’analisi: cosa bolle dunque nel pentolone rutelliano?
Dopo lo scandalo Lusi e il naufragio del progetto del Terzo Polo/Alleanza per l’Italia Rutelli si è preso (saggiamente) un periodo di vacanza politica e nella crisi mariniana ha visto la possibilità di tornare se non proprio in gioco almeno un po’ alla ribalta dei media.
L’idea che si può fare del suo movimento è quella di un “incomodo” elettorale che potrebbe servire a raccogliere consensi che in un eventuale (e probabile) ballottaggio diverrebbero importanti per la vittoria finale.
A favore di chi? A questo Rutelli non vuole rispondere perché sa che se lo facesse perderebbe di valore il suo endorsement e quindi da vecchio volpone della politica per ora cerca di confezionare un “prodotto elettorale” spendibile in chiave futura.