Culture

Comunità e ironia, Olaf Breuning da Poggiali a Milano

 

Milano, 5 feb. (askanews) - Una riflessione sulla nostra società digitale e per molti vesti alienata, portata avanti attraverso una pratica artistica che crede nella leggerezza e nell'ironia. La Galleria Poggiali presenta, nella propria sede milanese di Foro Buonaparte, la mostra "We are All in the Same Boat", dell'artista newyorchese di origine svizzera Olaf Breuning, che qui, insieme al curatore Lorenzo Bruni, ha portato una selezione di diverse tipologie di lavori: fotografie, disegni, sculture. "Il mio lavoro - ha spiegato Brenunig ad askanews - è sempre ironico; quando parlo di questa vita, di questo mondo, uso molto umorismo. Io spero che la gente possa divertirsi, e magari restare confusa. Ma voglio sempre essere leggero e non pesante come artista".Una leggerezza che è quella dell'approccio all'opera, ma che non esclude, anzi in molti casi finisce con esaltare, la riflessione che sta alla base dei diversi pezzi, come ci ha confermato il curatore. "Olaf Breuning - ci ha detto Bruni - da sempre lavora con il concetto di società, di cosa è popolare, con l'idea di comunità. Infatti le sue immagini fotografiche sono sempre performance, happening collettivi nei quali le persone realizzano un'azione, ma solo per essere ripresi dall'obbiettivo della camera fotografica. Queste fotografie ci colpiscono immediatamente per una dimensione surreale, folle; a volte grottesca, a volte nave. Però allo tempo c'è una riflessione sul perché queste persone stanno insieme, sul che cosa le unisce, a parte alcuni elementi particolari, come dei costumi. Ma poi? Quindi la domanda che riguarda tutte le opere di Olaf Breuning è: che cosa crea una comunità?".La risposta - ammesso che ad una mostra si debbano chiedere delle risposte, cosa che probabilmente non è - può trovarsi nel tentativo di andare oltre l'individualismo digitale, che altro non è nella maggioranza dei casi che una nuova forma di solitudine, spesso estrema. E lo si può fare anche trovandosi incuriositi davanti a strane opere pop - come una scultura emoticon riflettente - in una galleria d'arte contemporanea che si affaccia sul centro di Milano. Perché in fondo siamo sempre tutti sulla stessa barca.