Culture

Cover Revolution, come le copertine hanno cambiato l'editoria

 

Milano (askanews) - Le copertine dei libri come elemento che cambia il panorama editoriale. Di questo tratta il progetto "Cover Revolution!", curato da Melania Gazzotti, che ha firmato il libro per Corraini e ha dato vita a una mostra che sta girando per il mondo, passando anche per il Laboratorio Formentini di Milano."Cover Revolution - ci ha spiegato Melania Gazzotti - ha aperto a New York, perché è un progetto dell'Istituto Italiano di Cultura, ora è a Milano e poi andrà a Dublino. L'idea è quella di valorizzare gli illustratori italiani, che hanno cambiato il volto dell'editoria italiana degli ultimi anni".Un volto che ora prende forma attraverso i lavori di Franco Matticchio, Olimpia Zagnoli, Lorenzo Mattotti, Guido Scarabottolo, Gianluigi Toccafondo ed Emiliano Ponzi, che era presente all'inaugurazione milanese e che così spiega l'approccio dell'illustratore alla copertina di un libro."Il nostro è un atto di seduzione - ci ha detto - quindi non è importante conoscere esattamente tutti gli snodi della trama del libro, però quello di riuscire a rilasciare quella che è un'idea vera, concreta di quello che è il contenuto, senza svelare troppo"."L'idea - ha aggiunto la curatrice - è quella di dare una overview di tutti gli stili che ci sono, ma anche le diverse generazioni e l'altra particolarità è quella che ci sono autori che utilizzano le tecniche tradizionali e autori che utilizzano unicamente il digitale".Il "decano" degli illustratori esposti è Guido Scarabottolo, figura quasi leggendaria nell'ambiente, che ha sottolineato come le copertine non siano una sorta di "proprietà". "Io non faccio il pittore - ci ha spiegato - faccio le copertine dei libri e la copertina di un libro non è mia, è del libro, del suo autore e dell'editore".Accanto alle tavole la mostra propone anche i libri per i quali sono state concepite e se Ponzi ha ricordato l'apprezzamento ricevuto da un gigante spigoloso come José Saramago, Scarabottolo - che vanta tra i suoi fan anche il Nobel irlandese Séamus Heaney - ha parlato anche della difficoltà di alcuni aspetti del lavoro. "Per me è difficile lavorare per quelli che mi piacciono di più - ci ha detto - perché mi dà problemi di imbarazzo".La mostra nello spazio milanese nel cuore di Brera, resta aperta fino al 25 novembre.