Culture

Il sogno collettivo della Scala: una mostra architettonica

 

Milano (askanews) - "All'interno della Scala c'è questo sogno collettivo, questo bisogno d'immensità, al di là degli amori e delle tragedie che vengono raccontate, di viverle collettivamente: questa è la forza del teatro. E allora non c'è rappresentazione mediatica virtuale che possa rimpiazzare questo fatto fisico di una presenza".E' l'architetto Mario Botta a provare a dare una forma alla sensazione astratta di vita che continua ad alimentare la vicenda del Teatro alla Scala di Milano, un luogo che lui ha contribuito a rimodellare fisicamente con l'intervento dei primi anni 2000 e che ora amplierà nei prossimi tre anni. L'occasione per il discorso di Botta è stata la presentazione della mostra "La magnifica fabbrica", dedicata ai 240 anni di storia architettonica del teatro milanese e curata da Fulvio Irace e Pierluigi Panza."Noi non lo sappiamo - ha aggiunto Botta - ma abbiamo bisogno di vivere, all'interno della nostra quotidianità, emozioni che altre generazioni prima di noi, che il popolo estinto, il popolo dei morti ha vissuto prima di noi. E questo è un miracolo che sorregge la vita stessa di un teatro e gli sforzi che spesso non sono neanche consapevoli di questo grande dono che viene fatto soprattutto dalla città europea".Allestita nelle sale della Biblioteca Livia Simoni al piano superiore del Museo teatrale, la mostra racconta la nascita e lo sviluppo della Scala con e dentro la città. Tra i principali sostenitori del progetto anche Intesa Sanpaolo, rappresentata nell'occasione da Paola Musso."Il legame con il Teatro alla Scala - ha detto ad askanews - affonda le sue radici almeno in un secolo di vita del teatro e almeno in un secolo di vita della banca. Indubbiamente è un legame che va oltre il ruolo che noi abbiamo di socio fondatore e sostenitore e di partner principale della stagione. E' in qualche modo un'identità di visione dal punto di vista dell'importanza della diffusione della cultura che interpretiamo, ciascuno a suo modo, ma con il massimo dell'impegno. E in questo senso va anche il sostegno alla mostra sui 240 anni della Scala".Una storia che per Botta, ma anche per estensione per Milano, rappresenta la vera eredità che l'architetto e, di conseguenza, la collettività sono chiamati a tramandare alle generazioni future.