Culture

Una Vergine delle Rocce a Milano: una magnifica copia leonardesca

 

Milano (askanews) - La Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci torna a Milano. O per lo meno si rende per la prima volta accessibile, nell'anno del cinquecentenario del grande artista, una magnifica copia coeva del dipinto opera dell'allievo Francesco Melzi, custodita nella chiesa di San Michele sul Dosso, proprio davanti alla basilica di Sant'Ambrogio e in simmetria con il luogo dove era ospitata la prima grande versione della sacra conversazione, quella ora esposta al Louvre di Parigi.Ma questa Vergine delle Rocce del Borghetto resta un'opera evocativa del lavoro di Leonardo. Raffaella Ausenda, curatrice del catalogo edito da Skira: "La prima cosa che ha colpito quando una professoressa dei licei artistici delle Orsoline ha segnalato il dipinto - ha spiegato ad askanews - era proprio la corrispondenza assoluta dell'altezza e della posizione delle figure con la prima versione: la grande differenza tra le altre due versioni e questa è che quelle di Parigi e di Londra sono pale centinate, mentre questa è una tela rettangolare".A fine anni Novanta le analisi scientifiche hanno confermato la datazione del dipinto di Melzi, tanto che gli studiosi oggi pensano che sia stata realizzata alla presenza della pala originale di Leonardo e forse sotto lo sguardo dello stesso artista, cui la committenza pare avesse chiesto più volte altre versioni dell'opera."La qualità straordinaria che dimostrava che si trattava effettivamente di una copia antica - ha aggiunto Raffaella Ausenda - è legata al fatto che i leganti sono diversi: se alcuni pigmenti sono legati a tempera grassa, cioè olio e uovo, come era nella tradizione lombarda del periodo, altri, come il rosso forte della lacca di garanza, ha invece anche l'aggiunta di colle. Questa libertà tecnica è considerata una delle qualità più importanti della fantasia leonardesca, di cui Francesco Melzi era amico, compagno e ovviamente anche seguace".La Vergine delle Rocce del Borghetto resta visitabile al pubblico nel complesso conventuale di Milano per tutto il 2019.