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Cronache
Consip, la procura di Roma chiede il giudizio per Renzi senior e Verdini
Foto: IPA

La procura di Roma ha chiesto il processo per 11 persone coinvolte in uno dei filoni della maxi-inchiesta su Consip, la centrale acquisti della Pubblica Amministrazione. Il rinvio a giudizio e' stato sollecitato per Tiziano Renzi (padre del leader di "Italia Viva" Matteo) per i reati di traffico di influenze illecite e turbativa d'asta, per l'ex senatore Denis Verdini (turbativa d'asta e concussione) e per l'ex parlamentare Italo Bocchino (traffico di influenze illecite, reati tributari e turbativa d'asta).

Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Mario Palazzo hanno firmato la richiesta di processo anche per per gli imprenditori Carlo Russo (che risponde di turbativa d'asta ed estorsione) e Alfredo Romeo, accusato di traffico di influenze illecite, turbativa d'asta e corruzione. Rischio processo anche per l'ex ad di Grandi Stazioni, Silvio Gizzi per turbativa d'asta, l'ex ad di Consip Domenico Casalino per traffico di influenze illecite e turbativa d'asta e per il dirigente Francesco Licci per traffico di influenze illecite.

Il provvedimento riguarda anche l'ex parlamentare Ignazio Abrignani per turbativa d'asta e concussione e l'imprenditore Ezio Bigotti, anche lui accusato di concussione e turbativa d'asta. Nel febbraio scorso il gip di Roma Gaspare Sturzo aveva parzialmente respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura chiedendo un approfondimento di indagine e sollecitando, contestualmente, l'iscrizione nel registro di Verdini e altri due in relazione alla gara di appalto Consip Fm4. Secondo quanto emerge dalle carte, l'imprenditore Carlo Russo, agendo in accordo con Tiziano Renzi, avrebbero istigato l'ex ad di Consip, Luigi Marroni, "al compimento di atti contrari al proprio ufficio" e "consistenti nell'intervenire - si legge nell'atto di chiusura delle indagini relativa alla contestazione di traffico di influenze illecite - sulla commissione aggiudicatrice della gara Fm4".

In particolare l'azione illecita sarebbe stata compiuta sul presidente della commissione aggiudicatrice Francesco Licci "anche per il tramite di Domenico Casalino" per "facilitare la Romeo Gestioni partecipante a detta gara mediante l'innalzamento del punteggio tecnico nella fase in corso di valutazione tecnica dei progetti". Inoltre, secondo l'accusa formulata dai pm, "si faceva dare da Alfredo Romeo, che agiva in accordo con Italo Bocchino, utilita' consistite nella stipula di un contratto di lavoro" a favore della cognata, "e numerose ospitalita' negli hotel di proprieta' del gruppo Romeo, nonche' si faceva promettere denaro in nero per se' e per Tiziano Renzi" e "promettere la stipula di un contratto di consulenza".

Inoltre, "Russo, che agiva in accordo con Tiziano Renzi, sfruttando relazioni esistenti con Silvio Gizzi, l'allora ad di Grandi stazioni e presidente della commissione di gara indetta da tale societa' per i servizi di pulizia, si faceva promettere "da Alfredo Romeo utilita' consistenti in somme di denaro periodiche". Somme che sarebbero state richieste come "prezzo della propria mediazione illecita costituita dal convincere Gizzi a favorire la Romeo gestioni Spa".

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