Vienna/ Natascha ricorda il sequestratore: "Era parte della mia vita"

Natascha Kampusch, la ragazza austriaca rapita a Vienna nel 1998 e liberatasi qualche giorno fa approfittando di un momento di distrazione del suo rapitore, il professor Wolfgang Priklopil, continua a far parlare di sé. Per il momento preferisce non vedere i suoi genitori, ha ancora bisogno di tempo. Dopo tutti questi anni  ha incontrato finalmente dei coetanei, scherzando e ridendo con loro, è scoppiata in lacrime quando le è stato annunciato che il suo sequestratore è morto suicida.

Gli psicologi parlano di una sindrome di Stoccolma "molto forte", un caso assolutamente unico di simbiosi con il proprio sequestratore. Ecco perchè Natascha torna a chiedere silenzio. "Era una parte della mia vita. In un certo senso sono il lutto". Secondo gli psicologi la ragazza è vittima della sindrome di Stoccolma. Ed è rimasta contrariata dal fatto che i giornali hanno pubblicato le foto del bunker in cui ha vissuto in questi lunghi anni: "Era la mia stanza, non doveva essere mostrata a tutti".

La stanza della reclusione di Natascha (foto AP)
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Poi Natascha, che ha scritto una lettera al padre chiedendo scusa per questi lunghi anni di dolore (ma non alla madre: i genitori sono divorziati da anni, e si teme che questo possa aver influito ulteriormente sulla psiche della ragazza), ha negato di aver chiamato "maestro" o "signore" il suo sequestratore. Per lei "Non era il mio maestro, io ero forte tanto quanto lui". E rivela: "Non piansi mai dopo il sequestro. All'inizio non avevo la sensazione di aver perduto qualcosa", e, soprattutto, "lui era parte della mia vita".

Ma non è finita qui. Natascha ritiene di essere diventata "una giovane donna con un interesse per la cultura", precisando che la sua vita di tutti i giorni è stata segnata "dall'angoscia legata alla solitudine". E nel frattempo la polizia austriaca fa sapere che non è stato ritrovato nessun diario sul quale, in questi anni, la giovane avrebbe narrato la sua prigionia. Questo anche per placare la corsa, da parte di alcune case editrici, ad accaparrarsi i diritti d'autore su quello che avrebbe potuto essere il libro dell'anno.

(Segue: la richiesta di silenzio stampa)

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E Natascha chiede silenzio e tempo per riflettere. "Ho bisogno di tempo per potervi raccontare la mia storia", è scritto nel comunicato stampa letto dal suo psichiatra nel corso di una conferenza stampa. "Tutti vogliono farmi domande sulla mia vita privata, ma questi non sono fatti che devono essere di dominio pubblico". Nella lettera la ragazza ha comunque riferito alcuni dettagli della vita quotidiana con il suo aguzzino che si e' poi suicidato. 

Sebbene privata della libertà per 3.079 giorni, la giovane ha spiegato di sentirsi matura e di non aver perso molto della vita: "Sono stata al riparo da molte cose, come dal fumare, dal bere, da amicizie sbagliate". Natascha racconta che faceva colazione con il suo sequestratore e di essersi anche occupata di faccende domestiche. Una fonte della polizia aveva detto nei giorni scorsi che la ragazza potrebbe aver avuto rapporti sessuali consensienti con Priklopil, ma gli investigatori non hanno confermato. 

Secondo quanto detto in un talk-show domenicale, alla diciottenne sarebbero stati offerti 50.000 euro per la sua biografia e altri 10.000 per un'intervista televisiva. Natascha è sotto la protezione della polizia ed è seguita da uno psichiatra; dopo un primo incontro con i genitori ha rifiutato di tornare con loro, ma ha detto di provare compassione per sua madre, Brigitta Sirny.


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