L'Italia che ce la può fare nell'ultimo libro di Filippo Astone
Un viaggio nell’industria italiana e nei suoi lati nascosti compiuto da Filippo Astone, giornalista noto per le sue inchieste controcorrente. E' questo La Riscossa, l'ultimo libro di Astone che verrà presentato durante il convegno "Ma quanto vale la continuità familiare in azienda?", in programma lunedì 9 giugno all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e che conta tra gli ospiti anche Giorgio Squinzi, Alberto Quadrio Curzio e Giorgio Basile.
Nel libro Astone fa vedere che cosa va a gonfie vele in Italia (le migliori fabbriche) e, a partire da questo, indica che cosa si dovrebbe fare davvero per ottenere una ripresa economica, sociale e culturale.
Attraverso alcune storie godibili come brevi racconti, il libro dimostra perché sia necessario tornare all’economia reale, al produrre oggetti e strumenti. Noi italiani in questo siamo bravissimi e dobbiamo continuare a esserlo, mantenendo le fabbriche qui, invece di delocalizzarle. Andare all’estero per risparmiare sul costo del lavoro è una moda finita, oltre che un grave errore.
Basta con la finanza, i servizi e le chiacchiere. L’Italia – che è il secondo Paese manifatturiero d’Europa – deve valorizzare i suoi stabilimenti, i suoi operai, i suoi ingegneri e tecnici, la sua cultura industriale. E deve muoversi seriamente in Europa.
Per valorizzare le fabbriche che ci sono qui, poi, è importante far crescere la domanda interna, cioè rimettere denaro nelle tasche degli italiani. Ma come? La Riscossa, che riscopre Keynes dopo il fallimento dell'austerità e dei suoi inesperti campioni, suggerisce di aumentare gli stipendi e costruire infrastrutture di qualità. Ma anche innovazioni coraggiose, come il salario di cittadinanza.Insomma, questo libro racconta come si può fare per arrivare alla Riscossa dell'Italia, e perché va fatto. Ma spiega anche perché l’industria del Paese sia andata tanto indietro, chi sono i colpevoli (con tanto di nomi e cognomi).