Eni è Main Partner di OLTREPLASTICA, la mostra che racconta la trasformazione della plastica e il ruolo del design - Affaritaliani.it

Corporate - Il giornale delle imprese

 
Ultimo aggiornamento: 16:36

Eni è Main Partner di OLTREPLASTICA, la mostra che racconta la trasformazione della plastica e il ruolo del design

Funiciello (Eni): "L’obiettivo è anche di presentare le soluzioni che Versalis sta sviluppando nel campo delle bioplastiche e nel possibile rilancio del rapporto tra questi materiali e il design industriale del futuro"

di Federica Toscano

Eni: sostiene la mostra OLTREPLASTICA che indaga come scienza, industria e progetto stanno ridisegnando il futuro della plastica

Si è svolta ieri presso l’ADI Museum a Milano la conferenza per la mostra OLTREPLASTICA, l’esposizione che dal 6 dicembre 2025 al 15 gennaio 2026 indaga il cambiamento della plastica contemporanea e il ruolo del design nel ripensare materiali, processi e responsabilità. Curata da Frida Doveil e prodotta dall’ADI Design Museum con il supporto di Eni, Main Partner del museo, OLTREPLASTICA invita a guardare “oltre” la natura fossile della plastica, mettendo a fuoco il rapporto tra cultura materiale, innovazione industriale e sostenibilità ambientale.

OLTREPLASTICA è qualcosa di più duraturo di un titolo di mostra”, ha spiegato la curatrice. “È un neologismo che evidenzia un dato di fatto: la plastica come l’abbiamo sempre conosciuta è cambiata. Servono nuovi modi per nominarla, classificarla, ma soprattutto utilizzarla”. L’esposizione si colloca in un contesto globale che, dalla Osaka Blue Ocean Vision del G20 al 2050, indica l’impegno per ridurre a zero la dispersione dei rifiuti plastici nei mari, richiamando industria e progettazione a un nuovo modo di pensare la materia e i suoi cicli.

Il presidente ADI, Luciano Galimberti, ha sottolineato come progettare per la contemporaneità richieda metodo e responsabilità: “Scienza e tecnologia hanno bisogno di nuove domande per elaborare risposte orientate ai valori del progresso sociale. Solo una disciplina consapevole del suo ruolo può interpretare la trasformazione che il presente impone”.

La mostra non celebra né condanna la plastica: ne analizza la metamorfosi. Da simbolo del progresso moderno e della produzione di massa, il materiale si trova oggi al centro di una ridefinizione profonda, in cui design e scienza dei materiali collaborano per riscriverne il destino. Una costellazione di prodotti, processi e materiali pionieri racconta un percorso in evoluzione che testimonia la possibilità di una plastica responsabile, capace di superare i limiti della propria origine.

Il percorso espositivo si apre con una genealogia del cambiamento, a partire dalla sezione “La plastica degli inizi”. Cinque polimeri iconici,  dal poliuretano al polipropilene, vengono evocati attraverso oggetti premiati con il Compasso d’Oro tra il 1954 e il 2004, tracce di un’epoca in cui la plastica era “la materia dell’invenzione”. Da queste radici si sviluppa una nuova classificazione della materia: plastica rivitalizzata dal riciclo, a massa bilanciata derivata da materie prime alternative, bio-based da fonti rinnovabili, rigenerata da scarti organici e biofabbricata a partire da organismi viventi. Cinque territori in cui la plastica smette di essere un’entità inerte per diventare campo di relazione tra tecnologia, biologia e progetto.

OLTREPLASTICA restituisce così un panorama di imprese, ricercatori e designer che interpretano la materia come agente attivo di trasformazione. Il design emerge come pratica evolutiva capace di generare bellezza dallo scarto, ridefinire gli standard estetici e prefigurare un futuro in cui la plastica, pur rimanendo plastica, diventa plausibile dal punto di vista ambientale, tecnico e culturale. Un’evoluzione che attraversa scienza, industria, società e immaginario, e che modifica non solo i materiali, ma la nostra stessa idea di contemporaneità.

La mostra, realizzata con il supporto di Eni, racconta dunque non ciò che la plastica è stata, ma ciò che sta diventando: una materia in movimento, che il design contribuisce a ripensare come risorsa per un futuro più sostenibile.

 

L'intervista di Affaritaliani ad Antonio Funiciello, Head of Identity Management Eni

Antonio Funiciello, Head of Identity Management Eni, ha dichiarato ai microfoni di Affaritaliani: "La partnership tra Eni e il Museo del Design giunge al suo secondo anno. Lo scorso anno eravamo qui con una mostra dedicata al nostro brand, alla sua storia e alla sua evoluzione, per raccontarne l’aggiornamento e l’attualizzazione nel tempo. Quest’anno siamo presenti con OLTREPLASTICA, con l’obiettivo di narrare non solo il viaggio della plastica nel passato, al servizio del design e del progetto industriale, un racconto che trova naturalmente la sua casa all’ADI Design Museum,  ma anche di presentare le soluzioni che Versalis sta sviluppando nel campo delle bioplastiche e nel possibile rilancio del rapporto tra questi materiali e il design industriale del futuro".

 

L'intervista di Affaritaliani a Adriano Alfani, Amministratore Delegato di Versalis (Eni)

Adriano Alfani, Amministratore Delegato di Versalis (Eni), ha dichiarato ai microfoni di Affaritalian: "Versalis crede profondamente nei temi della sostenibilità e della circolarità. In quanto grande produttore di polimeri e quindi di plastica, stiamo sviluppando una serie di tecnologie per rendere questo materiale sempre più sostenibile e circolare. Abbiamo avviato un importante percorso di trasformazione, passando da piattaforme produttive tradizionali a nuove piattaforme: bio, quindi orientate alle bioplastiche, e circolari, ad alta specializzazione. Oggi, in OLTREPLASTICA, presentiamo alcuni esempi di ciò che è possibile fare con la plastica quando materiali e tecnologie dialogano con il mondo del design. Perché, alla fine, ogni materiale deve diventare oggetto, e quell’oggetto deve essere valorizzato."

 

L'intervista di Affaritaliani a Frida Doveil, Curatrice della mostra OLTREPLASTICA

Frida Doveil, Curatrice della mostra OLTREPLASTICA, ha dichiarato ai microfoni di Affaritaliani: "OLTREPLASTICA nasce da un’esigenza, anzi da una domanda dell’ADI Design Museum, che insieme a Eni ha voluto offrire ai progettisti un punto di riferimento per comprendere come lavorare oggi con la plastica in modo consapevole. La mostra nasce quindi con l’intento di fornire indicazioni utili, ma anche di rivelare aspetti e scoperte che non sono così evidenti".

"L’esposizione si articola in tre grandi sezioni. Si apre con un omaggio rapido ma approfondito alla plastica degli inizi: abbiamo selezionato cinque materiali iconici del secolo scorso, tutti premiati con il Compasso d’Oro, a testimonianza del legame vincente tra plastica e innovazione. Seguono due grandi aree, che il visitatore riconoscerà anche grazie al colore: una sezione arancione e una blu", ha affermato Doveil.

"La prima racconta la reinterpretazione della plastica tradizionale, di origine fossile, in chiave circolare, attraverso due strategie principali: il riciclo, sia chimico sia meccanico, e la sostituzione parziale o totale della materia prima fossile con materie prime rinnovabili, secondo il principio della massa bilanciata. È importante soffermarsi su questo aspetto, perché si tratta di un’innovazione invisibile: osserviamo gli oggetti e sembrano identici a quelli di prima, ma la vera novità è il loro basso impatto ambientale. Significa che noi, come designer e come utilizzatori, dobbiamo imparare a riconoscere e pretendere questa qualità", ha spiegato Doveil.

"La seconda area, forse la più affascinante per i giovani, è dedicata alla plastica di origine biologica, ripensata per essere biodegradabile e compostabile: in altre parole, al termine del suo ciclo di vita può decomporsi in sostanze semplici e non nocive. È una realtà già proposta dall’industria e potenzialmente applicabile non solo ai beni quotidiani, ma anche ai beni durevoli come automobili o oggetti sportivi", ha detto Doveil.

"A queste due categorie si aggiungono altre due tipologie più sperimentali, che abbiamo chiamato 'rigenerata' e 'biofabbricata'. La prima deriva da scarti e residui organici, per esempio del settore agroalimentare o della manutenzione del verde urbano. La seconda", ha proseguito Doveil, "nasce dalla cooperazione con organismi viventi, batteri, funghi, per creare nuovi materiali. È affascinante constatare che questa non è più fantascienza: esistono già prodotti per l’architettura, gli interni e il design realizzati con queste tecnologie, e ciò ci fa percepire di essere entrati in una nuova era".

"OLTREPLASTICA ci mostra inoltre come questa trasformazione sia globale: in mostra troviamo materiali e progetti provenienti da Cina, Giappone e Stati Uniti. Allo stesso tempo, ci permette di riconoscere, con orgoglio, ma senza presunzione, quanto la creatività italiana sia presente e avanzata in questo campo, non solo nel design ma anche nella grande industria. La mostra ospita vere eccellenze italiane che testimoniano il nostro ruolo pionieristico nell’innovazione dei materiali", ha poi concluso Doveil.