Economia
Saccheggio sul modello 2011. Assalto alle banche italiane
Npl, il gioco dei fondi speculativi in Borsa
Mps -3%, Intesa San Paolo -3%, Banco Bpm -2%, BPER -2%, sono le temperature di un classico venerdì d'Autunno a Milano, in una Piazza Affari che chiude la settimana limitando i danni a un -1,29% di indice, 284 di SPREAD tra Btp e Bund e con un rendimento sul Btp 10y al 3,40%.
Temperatura della finanza italiana a cui ormai siamo tristemente abituati o peggio rassegnati, ma se allarghiamo lo sguardo all'intero anno il clima rischia di diventare siberiano con temperature siderali. Qualche esempio: dalle più miti Ubi e BPER -12%, a scendere con Unicredit, Intesa e Banco BPM -23%, Carige -25%, sino a sprofondare con Credito Valtellinese e Mps con oltre -40%!
Che anno è? 2011, 2012, 2016 o 2018?
Fa differenza?
La musica sulle banche italiane è sempre la stessa, vendere, svalutare, derubare, o il più edulcorato "trasferimento di valore", usate il verbo che preferite.
Non è necessario essere un grande conoscitore del settore per capire quello che sta accadendo o meglio che si sta ripetendo nella finanza italiana, e che difficilmente nella storia recente si è visto, forse ai tempi dell'assalto dei barbari durante l'impero romano, e cioè un trasferimento di ricchezza di enorme portata: da banche che svalutano e regalano, a investitori speculatori (quelli che secondo Fubini guadagnano solo sui ribassi) che accumulano a prezzi stracciati e un giorno rivenderanno a chissà quali prezzi con chissà quale guadagno.
Le banche ricominciano a crollare e qual è la novità? Con uno spread che torna a salire, con un rendimento sopra il 3% e naturale che l'attivo si svaluti e torni la sfiducia nel sistema, uno schema che si ripete. Se non fosse che in questi anni di sacrifici ne sono stati fatti, e molti, dalle ricapitalizzazioni, alle svendite di asset, alla riduzione delle perdite e alle notevoli pulizie di bilancio attraverso l'opera di scaricamento degli Npl.
C'è chi dice che il problema oggi sia un altro, e cioè la riduzione della deducibilità degli interessi passivi da 100 a 86% che Di Maio intende attuare, altri dicono che il problema è in seno all'Eba dove la normativa differente tra banche d'investimento e banche commerciali tende ad avvantaggiare sensibilmente le prime, altri invece accusano il ripetersi degli attacchi provenienti dalla finanza internazionale, con Deutsche Bank e Merrill Lynch che paventano uno spread tra 350 e 400 (ma con un rendimento Btp inferiore al 4%) e dalla stampa e altre istituzioni che vedono l'economia italiana rallentare nel 2019 e dunque rimettere in moto quel domino nel piano inclinato dove la finanza attraverso il debito indebolisce le banche le quali a loro volta non prestano più alle imprese, con il risultato finale che si torna in recessione.
Come evitare che si ripeta un nuovo 2011?
Il problema principale non è tanto nel debito e nello spread, ma in quello che sembra un'azione volontaria nel far perdere valore agli istituti italiani.
Lo scandalo di cui nessuno parla è che fino a oggi in Italia non c'è stata nessuna iniziativa volta difendere le nostre banche continuamente sotto attacco, nessuna rete di protezione in difesa del patrimonio, e mi riferisco sia al legislatore e sia ai fondi ed ai gestori che non hanno mai pensato ad investire, in questo caso un nazionalismo e patriottismo positivo sarebbero stati utili, sul settore finanziario, investire attraverso una sorta di PIR per gli Npl poteva essere un'iniziativa di lungo termine fruttuosa e utile per tutto il sistema economico italiano che per sua natura è bancocentrico e dunque strettamente legato allo stato di salute delle banche.
Siamo al delirio, siamo all'autodistruzione, anche in questo caso sarà necessario l'intervento di Draghi, che sembra già essere all'opera con una possibile "operation twist" in stile Fed, ovvero l'acquisto dei titoli del debito a lunga vendendo quelli a breve, quella che si potrebbe chiamare come una grande boccata d'ossigeno.
Ma ci voleva tanto a creare un fondo che potesse comprare gli Npl e li facesse successivamente valorizzare tramite l'assunzione di una task force composta da operatori provenienti da Cerved, Prelios, Credito Fondiario e il meglio della finanza italiana? Avremmo potuto creare un campione nazionale, poteva essere una di quelle grandi operazioni di sistema, che non solo fanno bene all'intera comunità ma rischiano anche di portare un guadagno. I soldi della Cdp servono anche a questo.
In verità qualcuno che ha provato a dare il buon esempio c'è stato, Mustier, pensate un po' un francese e non un italiano, che qualche settimana fa si dichiarò molto fiducioso verso l'Italia facendo il pieno di Btp.
Oggi a questi valori, Intesa ha asset che valgono più della sua attuale capitalizzazione, la stessa Unicredit è in continuo odore di fiori d'arancio, Mps è così pulita che sembra aver ingerito una tanica di candeggina e Carige è pronta a un nuovo aumento di capitale per rafforzarsi. Se questo a non è una riedizione del 2011, presto qualcuno comincerà a comprare, pesantemente.
@paninoelistino