Economia
Siemens e Microsoft rivoluzionano l'industria italiana con l'intelligenza artificiale: ecco che cosa cambia e come funziona
Dalle sfide formative del personale, alle opportunità per le piccole e medie imprese. L'intervista di Affari ai ceo Floriano Masoero (Siemens Italia), Vincenzo Esposito (Microsoft Italia) e Stefano Martinis (Danieli Automation)

Casa Siemens

Floriano Masoero, ceo di Siemens Italia

Casa Siemens

Conferenza stampa di presentazione della partnership strategica tra Siemens e MIcrosoft per l'AI industriale

Conferenza stampa di presentazione della partnership strategica tra Siemens e MIcrosoft per l'AI industriale

Conferenza stampa di presentazione della partnership strategica tra Siemens e MIcrosoft per l'AI industriale
Siemens e Microsoft riscrivono il futuro dell’industria italiana con l’IA: ecco cosa cambia davvero
Due giganti della tecnologia, una sola visione: rivoluzionare l’industria italiana con l’intelligenza artificiale. Da una parte Microsoft, regina del cloud e dell’IA. Dall’altra Siemens, protagonista storico dell’innovazione industriale con un know-how che abbraccia energia, mobilità, sanità e automazione. Sullo sfondo, la futuristica Casa Siemens. È qui che prende forma una partnership tra i due colossi che punta dritta al cuore della manifattura, ma con un messaggio di fondo chiaro e potente: "il momento del cambiamento è ora".

Non si parla di futuro, ma di presente: soluzioni concrete già pronte a entrare in azione. Al centro dell’alleanza c’è infatti Siemens Industrial Copilot, il primo copilota industriale basato sull’intelligenza artificiale generativa, sviluppato su Siemens Xcelerator e alimentato dai modelli linguistici di Microsoft Azure OpenAI Service. Uno strumento progettato per affiancare gli ingegneri, semplificare processi, ridurre errori e accelerare l’innovazione. Affaritaliani.it ha incontrato i tre protagonisti di quest'alleanza: i Ceo di Siemens Italia, Microsoft Italia e Danieli Automation, Floriano Masoero, Vincenzo Esposito e Stefano Martinis.
"L’IA generativa è un'opportunità che l’industria italiana non può permettersi di ignorare". Lo dice chiaro il numero uno di Microsoft Italia. "Parliamo di un potenziale aumento del valore aggiunto annuo di 2,61 trilioni di euro, pari al 15,2% del Pil dell’area. Il settore che ne trarrebbe il massimo impatto? Il manifatturiero, con 384 miliardi di euro di valore aggiunto in più e un risparmio di oltre 6,5 milioni di ore di lavoro ogni anno. Per restare competitivi, Europa e Italia devono puntare sull’IA generativa”.
E in questa direzione si muove la nuova alleanza tra Siemens e Microsoft: usare l'IA non come accessorio, ma come motore centrale dell’efficienza, della progettazione e della trasformazione digitale. Floriano Masoero, Ceo di Siemens Italia, spiega cosa significa concretamente: "Il Copilot può accelerare il design di un prodotto, supportare l’ingegnere nella scrittura del codice, automatizzare attività ripetitive. L’obiettivo è ridurre il carico di lavoro, evitare ridondanze, liberare tempo e risorse per attività a maggior valore aggiunto". Ma cosa distingue questa parternship da altre che già parlano di IA industriale? Su questo Masoero è netto: "La differenza è tutta nel dominio dell’expertise. Applicare l’IA in modo generico non basta. Noi la caliamo nel contesto specifico, sulle reali esigenze dell’ingegneria e della produzione, su casi d’uso verticali e concreti. È qui che la partnership mostra tutta la sua forza”.

E questo Danieli Automation lo sa bene: è infatti la prima azienda italiana a integrare Siemens Industrial Copilot con l’obiettivo di ottimizzare i propri processi e prodotti e contribuire alla trasformazione digitale del comparto. Il ceo Stefano Martinis riassume così il valore dell’esperienza: “Semplificazione. Per noi significa rendere più fluidi i processi dei nostri clienti, migliorare la progettazione e la nostra organizzazione interna. È un cambiamento profondo, non solo tecnologico, ma culturale". Un percorso d’innovazione che Danieli insegue da anni: "Dal 2009 cercavamo un assistente per lo sviluppo del PLC – racconta Martinis – e quando Siemens e Microsoft hanno lanciato il copilota industriale, non ci abbiamo pensato due volte: abbiamo deciso di collaborare subito".
Ma c'è un altro punto fondamentale: uomo e macchina, non più in contrapposizione, ma alleati. È questo il filo rosso che lega Siemens e Microsoft e poi Danieli Automation nella loro visione del futuro industriale: una trasformazione dove la tecnologia si mette al servizio della persona, e non la sostuisca. "L’IA è una tecnologia che si interfaccia in modo naturale con l’essere umano", spiega Stefano Martinis, Ceo di Danieli Automation. "Ma abbiamo capito subito che non bastava introdurla: bisognava prima insegnare alle persone come rapportarsi con un assistente virtuale. Così è nata all’interno dell’azienda una vera cultura dell’assistenza intelligente, ancora prima dello strumento".
Una cultura che non riguarda solo i colossi. "L’IA non è solo per i grandi", sottoline Vincenzo Esposito di Microsoft Italia. "La sua applicazione è perfetta anche per le PMI, che spesso hanno una complessità minore da gestire: è un’opportunità concreta per fare il salto con un costo anche alquanto democratico e acquisire nuovo valore competitivo”. E aggiunge: "Non stiamo parlando di un classico progetto IT. Questa è una trasformazione di ecosistema: si genera ricchezza non solo per l’azienda, ma per tutto il tessuto produttivo".
C’è però un tema cruciale che fa da spartiacque tra chi saprà cogliere questa rivoluzione e chi rischia di restare indietro: le competenze. "Il vero gap oggi non è tecnologico, ma umano – spiega Esposito –. La barriera è nella scarsa conoscenza della tecnologia, soprattutto nelle realtà più piccole. Le persone non hanno il tempo o gli strumenti per comprenderla, e così la si teme". Microsoft, intanto, ha già formato oltre un milione di persone in Italia su temi legati all’intelligenza artificiale. Ma per Esposito questo è solo l’inizio: "L’IA non è magia, è uno strumento. E come ogni strumento, va capito e usato. Il modello del copilota rende bene l’idea: non sostituisce il lavoro umano, lo potenzia, lo rende più efficace. Ma senza formazione, il rischio è che quando ci sono questo tipo di tecnologie qualcuno venga lasciato indietro. E in Italia, con il nostro calo demografico (e sempre meno persone che entrano nel mondo del lavoro), non possiamo permettercelo. La sfida che noi abbiamo come aziende e l'Italia come Paese è lasciare meno persone possibili indietro: ogni lavoratore che esce dal sistema e non viene riqualificato è un doppio danno sociale ed economico".

Ma in un momento in cui la produzione industriale italiana segna il 25esimo calo consecutivo, l’adozione dell’IA può davvero rappresentare la leva per invertire la rotta? A gettare uno sguardo sul contesto economico ci pensa anche Floriano Masoero. "Gli imprenditori italiani hanno visione. Le nostre PMI hanno dimostrato flessibilità, creatività e capacità di competere con i colossi mondiali. Oggi, nel pieno di un cambiamento tecnologico, è proprio l’Italia a dover cogliere quest'occasione".
Ma bisogna agire ora: “L’IA deve affrontare quella carenza strutturale che l'Istat segnala da tempo. Non ci mancano le idee, ci manca la produttività. E l’IA può darci il boost necessario. Siamo un Paese esportatore, legato all’Europa e alla Germania e quando ripartirà l’industria tedesca, anche l’Italia potrà accelerare". E conclude: "Questa partnership è un vero abilitatore della competitività italiana ma il momento è adesso: più le aziende aspettano, più il gap crescerà"