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Economia
Unicredit, l'utile 2015 cala a 1,7 miliardi. Titolo a picco

I conti di Unicredit battono le attese, ma il titolo paga il sentiment molto negativo sull'azionario europeo e sul comparto bancario in particolare. L'azione ha perso il 7,91% a 2,77 euro, penalizzata dall'accelerazione al ribasso del mercato nel suo complesso (-3,21% la chiusura del Ftse Mib) e in particolare del settore bancario europeo (-4,11% lo Stoxx), avvenuta prima della pubblicazione dei numeri stessi di Unicredit. Nel dettaglio, il risultato netto (1,7 mld euro, oltre 2,2 mld escludendo componenti non ricorrenti) ha battuto le attese e meglio del previsto e' anche il dato sul CET1 fully loaded pro-forma, al 10,94%. Nel solo quarto trimestre l'utile e' stato pari a 153 milioni di euro (-10,2% rispetto al corrispondente periodo del 2014). Il Cda proporra' un dividendo di 12 centesimi per azione ordinaria e di risparmio, mediante attribuzione di azioni di nuova emissione oppure, su specifica richiesta degli azionisti, mediante versamento in contanti (scrip dividend). 

Gia' dal 2016, comunque, come ha spiegato in conference call il Ceo di Unicredit, Federico Ghizzoni, la banca passera' a un dividendo cash: "siamo nella posizione di passare, a partire dal 2016, a un dividendo cash", ha detto il top manager, a cui peraltro il Cda ha confermato all'unanimita' la fiducia. "I risultati" trimestrali di Unicredit "sono migliori delle attese", spiega un analista, sottolineando che il Net interest income ha battuto le previsioni. I dati del quarto trimestre 2015 hanno evidenziato un risultato netto e un CET1 ratio superiori alle attese di un analista di una primaria casa d'affari straniera. "I risultati sono superiori alle attese", dichiara un terzo analista di un'altra casa d'affari straniera. Interpellato poi sull'andamento negativo del titolo, l'esperto ha aggiunto che "siamo in un momento in cui c'e' una situazione difficile per il comparto bancario e il mercato non si focalizza piu' tanto sui fondamentali. Le valutazioni degli istituti di credito sono molto sacrificate rispetto ai fondamentali".

Il gruppo di piazza Gae Aulenti ha fatto sapere che l'utile di esercizio sarebbe pari a 2,2 miliardi di euro escludendo componenti non ricorrenti per circa 540 milioni di euro legate principalmente agli oneri di ristrutturazione relativi al piano strategico, all'accordo sulla cessione della controllata ucraina Ukrsotsbank, ai contributi straordinari per i nuovi oneri per il rischio sistemico in Italia e in Polonia e a maggiori accantonamenti su crediti denominati in franchi svizzeri in Croazia.

A fine 2015 il Common equity tier 1 ratio fully loaded pro forma e' pari a 10,94%, il Tier 1 ratio transitional pro forma a 11,64% e il Total capital ratio transitional pro forma a 14,36%. I ricavi sono calati nell'anno dello 0,7% a 5,6 miliardi di euro mentre i costi totali sono cresciuti dello 0,8% a 13,6 miliardi. Guardando alla qualita' dell'attivo del gruppo, i crediti deteriorati lordi alla fine del quarto trimestre 2015 sono risultati in calo a 79,8 miliardi (-1,2% rispetto al 30 settembre e -5,5% rispetto a un anno prima); lo stock di sofferenze lorde e' stabile a 51,1 miliardi di euro "grazie principalmente alle cessioni di portafogli". Nel corso del 2015 Unicredit ha erogato nuovo credito "per oltre 50 miliardi di euro".

"Accetto tutte le critiche e gli elogi degli azionisti, ma a differenza di altri cerco sempre di seguire con molta attenzione e scrupolo i principi di governance che ci sono all'interno di Unicredit. Pertanto, non parlo per conto terzi e mi confronto sempre con il Cda, che alla fine rappresenta i soci". A distanza di 24 ore dall'intervista rilasciata a Repubblica da Leonardo Del Vecchio, con cui il patron di Luxottica - socio di Unicredit attualmente al di sotto della soglia di rilevanza - ha parlato di esigenza di discontinuita' alla guida dell'istituto, Ghizzoni poi tira dritto per la sua strada, non replica direttamente e assicura che rimarra' concentrato per portare risultati.

Nonostante ciò, il numero uno di Piazza Gae Aulenti non fa mistero di aver gradito il riconoscimento unanime incassato oggi dal Cda che ha confermato 'piena fiducia' e 'convinto supporto' all'azione del Ceo. "Mi ha fatto piacere l'attestato ricevuto oggi: aiuta non tanto il sottoscritto, quanto piuttosto la banca ad andare avanti con determinazione per portare a casa un 2016 che non sara' semplice".

Ghizzoni ha poi osservato che "di questi tempi e' difficile trovare azionisti soddisfatti dell'andamento dei titoli in Borsa. Il nostro compito e' quindi quello di arrivare con risultati positivi e sperare che il mercato prima o poi inizi a riconoscerlo" il numero uno di Unicredit resta dunque concentrato sul business e sul Piano industriale da poco presentato. "Se mi scordassi di essere a.d. e che c'e' un istituto da portare avanti, rischierei di distrarmi. Pertanto, resto focalizzato sulla banca".

 

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