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Coronavirus.195 milioni di posti persi nel mondo per l’epidemia

‘Una caduta delle ore lavorate a livello mondiale in primavera del 6,7% per la pandemia da Coronavirus. Tradotte in posti di lavoro qualcosa come 195 milioni di impieghi a tempo pieno’ è la previsione dell’OIT ( l’Organizzazione Internazionale del Lavoro) nel suo consueto studio informativo.

‘E’ una caduta straordinaria’ ha confermato Guy Ryder, direttore generale dell’Organizzazione che ha però sottolineato come ’le misure prese da molti Governi dei Paesi industrializzati siano abbastanza corrette e potranno ammortizzare l’impatto’.

Coronavirus. Grande la perdita di posti di lavoro nel mondo

L’OIT ha paragonato quello che sta succedendo adesso alla ‘crisi più dura dalla Seconda Guerra Mondiale con perdite di posti di lavoro che stanno crescendo rapidamente in tutto il mondo’.

Prima del Coronavirus la stessa OIT aveva immaginato un incremento della disoccupazione di  soli 25 milioni di posti di lavoro. Ora lo tsunami Coronavirus ha portato solo negli Stati Uniti, in due settimane la perdita di 10 milioni di posti di lavoro.

Il cuore però della crisi di impieghi è, secondo l’Organizzazione del Lavoro, è l’Europa.

E’ qui l’occhio dell’uragano con una perdita di ore lavorate del 7,8% equivalente a 15 milioni di posti.

Percentuali importanti si registrano negli Stati Arabi con una diminuzione di ore lavorate del 8,1% e in Asia con un trend in calo del 7,2%.

E come immaginabile la crisi ha colpito con maggior durezza i lavoratori ‘senza contratto’. Nonostante i pochi dati questa massa di lavoratori è stata stimata dall’OIT a quasi 2000 milioni.

‘L’impatto della crisi-ha confermato l’OIT-sarà molto duro per questa categoria non protetta di lavoratori e con salari molto bassi. Il grosso di questi lavoratori sta in Paesi con economie già in difficoltà come in Asia, America Latina e Africa. Lavoratori che non hanno possibilità di avere protezione sociale e nemmeno assicurazione medica’.

Coronavirus.Grande la perdita di posti di lavoro nel mondo

Tanti Paesi già in difficoltà economica dove, questi lavoratori, cominciano ad avere situazioni sociali disastrose. In Brasile, Nigeria o in India dove fanno parte di questa categoria quasi il 90% della popolazione.

Una popolazione costretta ad allontanarsi dalle città rifugiandosi in zone rurali. Dramma su dramma , povertà su povertà.

I programmi messi in atto da molti Governi in questi Paesi sono assolutamente insufficienti. Un esempio in questo senso potrebbe essere il Brasile dove il ‘negazionista’ del virus, Presidente Juan Bolsonaro, ha deciso di dare un aiuto economico a quasi 60 milioni di questi lavoratori. Un aiuto pari alla metà del salario medio che è di 300 dollari. Un niente che forse potrebbe  nemmeno garantire il livello minimo di sopravvivenza.

E questo disastro sociale mondiale è una delle eredità che ci sta regalando il Coronavirus. Un  nemico invisibile e potente che tutti , nel mondo, avevano pericolosamente sottostimato e che ci sta facendo fare un salto indietro nella storia di quasi 90 anni, attorno alla Grande Depressione del 1930.

 

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