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Cambiamento climatico? Non è colpa dell'uomo
Franco Battaglia

«Perché ci piace? Dal 1999 Battaglia persegue un impegno civico: tentare di riportare entro i binari della scienza il problema della questione ambientale ed energetica». Scrive così, su Facebook, prima di un lungo profilo biografico e a corredo di oltre 18mila Like, il Franco Battaglia Fan club. Per altri, invece, Franco battaglia è un’ altra cosa: un “negazionista” della tesi secondo cui l’uomo ha determinato e sta determinando il cambiamento climatico – il riscaldamento globale: e dunque lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello degli oceani, l’ inquinamento dilagante. E certo non sfugge l’accostamento del termine (“negazionista”), codificato dopo la Seconda guerra mondiale per indicare quel tipo di revisionismo storico che si spingeva, appunto, a negare genocidi e crimini contro l’umanità (in primis l’Olocausto), con il grande tema della salvaguardia del pianeta. Un accostamento criticato da alcuni e valido per altri. Per l’ Università degli studi di Modena e Reggio, comunque, Franco Battaglia è professore associato in chimica fisica (con un curriculum vitae articolato). Per il Giornale è stimato editorialista. E, ai più, è noto per le posizioni «controverse». Di queste, «controverse» o meno, parla con Affari Italiani.

 

La concentrazione di CO2 nell’ atmosfera è aumentata: dal valore pre-industriale di circa 300 ppm (parti per milione) al valore attuale di circa 400 ppm. Non è un dato allarmante?

«Per avere contezza quantitativa delle dimensioni del problema, le chiedo di seguirmi in un semplice calcolo».

Quale?

«Consideri una tipica sala di casa nostra, diciamo di 100 metri cubi di volume, cioè 100mila litri. In essa, vi è un eccesso di CO2 di 10 litri (che sono 100 ppm di 100mila), dovuto alle attività umane degli ultimi 150 anni. Ma, eseguendo un piccolo calcolo di stechiometria che le risparmio, 10 litri di CO2 corrispondono a 3 grammi di carbonio, contenuti in una candelina di compleanno».

E quindi?

«E quindi ecco le dimensioni del problema “allarmante”: abbiamo un locale dove 150 anni fa la CO2 aveva un valore che per colpa di tutte le attività umane fino ai giorni nostri è aumentato di una quantità pari a quella che si ottiene dalla combustione di una candelina di compleanno!».

Piuttosto, qualche problema “allarmante” lo hanno causato mesi fa gli uragani Harvey, Irma, Maria e Ophelia: responsabili di ingenti danni e parecchie vittime. Che rapporto c’è tra cambiamento climatico e catastrofi del genere?

«Direi che esse sono manifestazione del cambiamento climatico, che è una realtà naturale che nulla ha a che vedere con le attività umane. Ma gli uragani possono contarsi e, per dire, tra il 1850 e il 2010 in America ve ne sono stati quattro di forza 5 (il massimo nella scala di misurazione Saffir-Simpson per l’intensità degli uragani), due prima del 1930 e due dopo il 1930; e ancora ve ne sono stati venti di forza 4, dieci negli 80 anni compresi fra il 1850 e il 1930 e dieci negli 80 anni compresi fra il 1930 e il 2010. Insomma: mi sembra non si osservi alcun aumento».

Un articolo del New York Magazine, che ha fatto parecchio discutere (qui), prospetta per il prossimo futuro scenari apocalittici: l’uomo rischierebbe l’estinzione. 17 scienziati sul network internazionale Climate Feedback, però, ne hanno dato complessivamente un giudizio severo (qui): “allarmista, impreciso, poco chiaro e ingannevole”. Per lei, sul tema si tende all’esagerazione?

«Mah, prima o poi l’umanità si estinguerà. Niente che ci possa interessare per diversi millenni a seguire. In ogni caso, non per un aumento di qualche decimo nella temperatura media globale, posto che viviamo in un pianeta con temperature che oscillano tra –50 e +50 Celsius».

Non è vero, tuttavia, che la maggioranza degli scienziati ritiene l’attività umana sul pianeta responsabile del cambiamento climatico?

«Intanto non è vero. In ogni caso, la domanda non ha molto senso».

Perché?

«Che importanza ha ciò che ritiene la maggioranza degli scienziati? Ai tempi di Galileo la quasi totalità riteneva che la Terra fosse immobile al centro dell’universo. E ai tempi di Einstein tutti, ma proprio tutti, erano convinti che vigesse la relatività di Galileo. La scienza non si fa “a maggioranza” e neanche si fonda sul principio d’autorità. Nella scienza contano solo i fatti. L’acqua è H2O non perché la maggioranza egli scienziati lo pensa, né perché lo pensano tutti i premi Nobel, ma perché non esiste alcun fatto sull’acqua che contraddice quella formula e tutti i fatti sono compatibili con quella formula. Invece, la congettura che addebita all’uomo l’attuale riscaldamento globale è in contraddizione con mezza dozzina di fatti importanti».

Per esempio?

«Per esempio l’attuale riscaldamento cominciò a partire dal minimo della cosiddetta Piccola Era Glaciale, che si ebbe intorno al 1650. Da allora il clima si è riscaldato. Ma cosa lo ha riscaldato nei primi 300 anni successivi, quando le attività umane erano assenti? E poi: come mai nel periodo 1900-2017 vi sono stati anni (1940-70 e 2000-2015) di rinfrescamento globale, a dispetto delle incessanti emissioni? Parimenti, il mantra secondo cui gli eventi climatici estremi sono aumentati è sconfessato dai fatti, come osservato sopra a proposito degli uragani».

Chi sostiene il contrario, cioè che il cambiamento climatico non è causato (o non è causato principalmente) dall’uomo, rischia una sorta di linciaggio mediatico? Paolo Mieli, sul Corriere, scrisse che non si capisce «perché tale discussione debba essere imbarbarita da una certa dose di fanatismo».

«Si capisce, invece: perché c’è tanta gente, troppa, che gode di enormi introiti da questa favola».

Cioè?

«In nome del cambiamento climatico si stanno promuovendo tecnologie di produzione d'energia elettrica (fotovoltaica ed eolica in particolare) che sono un colossale fallimento economico per tutti noi. Solo l'Italia sul fotovoltaico ha impegnato 200 miliardi per venti anni per ottenere una produzione di 2 Gigawatt, produzione che si sarebbe ottenuta con 2 reattori nucleari e un impegno economico di 5 miliardi. Non a caso, i proprietari delle tasche dove quei miliardi vanno sono i massimi sostenitori del cambiamento climatico antropogenico. Un chiarimento, però: non ho nulla contro chi si arricchisce, ma ho molto contro chi lo fa a danno altrui, soprattutto mio».

Secondo alcuni, non accettare la tesi prevalente sul clima è come negare l’utilità dei vaccini. È un paragone sbagliato?

«È fuori luogo. Anche io potrei dire che accettare la tesi “prevalente” sul clima è come negare l’utilità dei vaccini».

 

twitter11@Simocosimelli

Tags:
cambiamento climaticoglobal warmingriscaldamento globalefranco battagliauraganiinquinamento





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