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Molestie, Asia Argento intervista Ambra Battilana: un blitz anti-Berlusconi

Asia Argento non molla e dopo aver alzato un polverone mediatico sul caso del produttore Usa Harvey Weinstein trova una improbabile vocazione al giornalismo, tanto da fare una intervista video ad una modella che aveva denunciato Weinstein nel 2015, per averle toccato il seno e messo una mano sotto la gonna e che lo aveva successivamente registrato con un microfono nascosto fornitogli dalla polizia americana e poi aveva patteggiato il silenzio per una somma di 1.000.000 di dollari.

Ora su Il Fatto Quotidiano è uscito uno stralcio scritto in più puntate. La prima è ancora di Asia Argento a sé stessa riproponendo quello che si sapeva già e cioè la sua denuncia ad orologeria del produttore Usa (che definisce “bambino piagnucolante”). Enrico Brignano, a suo tempo, in una intervista a Libero ebbe a dire:

"Asia Argento ha detto che, 20 anni fa, lui ha fatto quello che ha fatto. Ma poi sappiamo che per cinque anni gli era stata amica e che, attraverso di lui, ha fatto 4 film".

Successivamente Asia Argento ha replicato stizzita che non era vero che aveva fatto i 4 film insultando l'attore:

http://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/13289560/asia-argento-enrico-brignano-gaggio-disgraito-buzzicone.html

Ma quella è roba vecchia.

Nella intervista di oggi alla modella di origine filippina ma nata in Italia, Ambra Battilana, c’è il racconto -già noto da una sua intervista di novembre scorso a Ronan Farrow del New Yorker-, delle avances subite nel 2015 da Weinstein che poi pagò, come detto, per un patto di riservatezza.

Nell’intervista l’Argento si scandalizza non capacitandosi di come si possa imporre tale patto, facendo finta di non capire che il patto tra la modella e il produttore fu del tutto volontario.

Ecco come la modella descrive l’“imposizione” che le portò ben un milione di dollari:

 

"Mi sono trovata davanti a una montagna di carte scritte in inglese, una lingua che all'epoca non conoscevo ancora molto bene. Quando mi porse la penna notai che l'avvocato di Weinstein tremava. In quell'istante capii che stavo per firmare qualcosa di sbagliato. Ma anche che con quei soldi avrei potuto aiutare mia madre, dare un futuro a mio fratello. Così andai avanti". 

 

Ma non contenta, ora, in questa intervista cerca di fregare il produttore riproponendo l’audio registrato per la polizia americana e facendo raccontare la storia all’amica Asia, venendo appunto meno al patto e sperando di non doverne pagare dazio con questo artificio.

Una operazione che non sembra molto corretta, visto i precedenti accordi e l’ingente somma intascata.

Ma non è ancora questo il punto.

Su tutta la nota vicenda Weinstein l’attrice Catherine Deneuve fu una delle poche ad avere il coraggio di esprimere un’idea dissonante dal politically correct di Usa e dintorni:

http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2018-02-12/la-deneuve-affonda-giletti-mancata-intervista-non-e-l-arena-083313.shtml?uuid=AEioTZyD

Il Fatto Quotidiano e Asia Argento, insieme ad Ambra Battilana, riesumano di nuovo  la datatissima vicenda del Bunga Bunga raccontando una nuova volta le note vicende di una serata del lontano 2010 (con tanto di incipit letterario: “mi addormentai e mi svegliai nel cortile di questa villa gigantesca”, manco fosse Alice nel Paese delle Meraviglie) nella villa di Berlusconi con Emilio Fede tra, a sentire la modella, priapi dal fallo enorme, leggerezze carnali e strani soprammobili che lei definisce carinamente, “mucchette”, che a suo dire sarebbero dei memento carnali. Non manca, tra “paperelle” e similaria, addirittura un “piatto di gioielli di Tiffany” offerti alle ragazze che però la Battilana riconosce immediatamente con sguardo esperto di volgare bigiotteria, mentre con lei c’era anche Chiara Danese, partecipante anch’essa un Miss Italia dell’epoca che ha testimoniato contro l’ex Cavaliere.

La Battilana, che per sua sfortuna si è trovata per ben due volte al centro di attenzioni maschili di uomini importanti, dopo la prima vicenda con Weinstein cambiò il suo nome in Ambra Gutierrez.

Nell’intervista la Battilana/Gutierrez esprime tutto il suo rammarico per il comportamento di Berlusconi chiosando con un esemplificativo della natura politica dell’intervista”:

“Ha avuto molto menefreghismo. Se l’ha fatto con due 18enni, sicuramente dell’Italia non gli interessa più di tanto”.

Un particolare interessante che l’Argento ribadisce è che gli investigatori che le ha mandato a suo tempo Weinstein (che è ebreo) erano “ex Mossad”, cioè del servizio segreto israeliano.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/mossad-e-incubi-dario-argento-1463849.html

Quella odierna è la seconda batteria missilistica sparata da Il Fatto Quotidiano dopo la pubblicazione del libro “B. come basta!” del sempre iconoclasta Marco Travaglio contro Silvio Berlusconi.

Ne avevo parlato qui qualche giorno fa:

http://www.affaritaliani.it/mediatech/travaglio-querelato-da-ghedini-il-grande-inquisitore-scorda-renzi-527077.html

Buon per Matteo Renzi. Finché il Grande Inquisitore è dedito a Silvio, il primo amore, lui, il secondo amore, per un po’ sarà lasciato in pace.

Occorrerebbe che fondassero l’AMMT, Associazione Molestati (da) Marco Travaglio.

Tags:
asia argentoambra battilanaambra gutierrezsilvio berlusconicatherine deneuveharvey weinsteinil fatto quotidiano





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