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MediaTech
Report, intervista di Affari: USA e Verdini nel servizio del Ponte di Messina
Sigfrido Ranucci

Il Ponte di Messina: le società coinvolte e gli USA che all’inizio sostenevano ci guadagnasse la mafia

Dalle pressioni USA alle richieste ai Verdini e i lavori per il Ponte sullo stretto che negli anni lievitano dai 3,8 miliardi fino a 14 miliardi.

Torna ad occuparsi della vicenda il giornalista Danilo Procaccianti di Report che racconta dei cablo della diplomazia americana e di uno degli appalti più grandi di sempre.

LEGGI ANCHE: Ponte di Messina, nei cablo di Assange svelato il ruolo degli Usa

Stasera Report manderà in onda un servizio sul Ponte sullo Stretto, di che si tratta?

E’ un aggiornamento di un pezzo che avevamo fatto e che era uscito a fine novembre, sempre sul ponte, quindi in realtà stasera partiamo dall'inchiesta sui Verdini. Ho trovato un punto di contatto, nel senso che nelle intercettazioni c'era un dirigente di Anas, Omar Mandosi, che non è indagato, però nelle intercettazioni, pure lui chiamava questi Verdini e soci per cercare di fare carriera, diceva che non acchiappava mai niente, e alla fine lo ritrovo. Qualche mese fa l'hanno nominato a capo del personale della Stretto di Messina S.P.A., la società che si occupa del ponte, quindi c'è questo punto di contatto che è curioso, poi ovviamente lui non è indagato, è solo un fatto che noi registriamo

Tutto regolare. Non è indagato ed è estraneo qualsiasi inchiesta trattata

Sì e registriamo quanto accade. Giovedì hanno approvato questa relazione di aggiornamento del progetto che continua a essere però segreta

Come segreta? Ma non è levitato il costo negli anni? Ricordo a memoria che all’inizio degli anni 2000, quando sembrava fattibile, si parlava di 3,5 forse 3,8 miliardi, ora si parla di 12, 14 miliardi o sbaglio?

Sì, quella è l'altra curiosità, nel senso che appunto di questo ponte se ne parla da 70 anni ma quello che è cresciuto è sempre il prezzo

Ma sono 12 o 14 miliardi oggi, da quello che avete trovato nelle carte?

Guarda, dalla legge finanziaria hanno stanziato 11,6 miliardi, però nel DEF, nell'allegato per le Opere pubbliche si parla invece di 13,5 più 1,1 miliardi per opere connesse, quindi 14,6 miliardi. Anche questo non è stato mai chiarito perché non essendo pubblico questo progetto aggiornato, hanno stanziato dei soldi... non so come dirlo, per me è una cosa un po' strana, però tutto sarà sicuramente in regola, però come sai tu bene, noi facciamo le pulci e cerchiamo di capire

La società americana Parsons quanto è presente nel progetto con la WeBuilt che sarebbe poi la ex Salini Impregilo?

La Parsons ha vinto l'appalto come Project management, quindi dovrebbe dare supporto alla progettazione e in qualche modo anche una sorta di verifica della progettazione. Però noi l'abbiamo ritrovata... 

Nelle carte di Wikileaks di Assange?

Sì, già nel 1974, prima ancora che si chiamasse Parsons, addirittura c’era Kissinger che scriveva all'ambasciata americana in Italia, dicendo: “si discute di questa opera in Italia, in Sicilia, noi abbiamo questa azienda, informatevi, eccetera” 

Era sempre la stessa società o no?

Si chiamava Birdsal che poi però è stata acquisita da Parsons negli anni 80-90 e nel 2005 c'è un altro cablo sempre di Wikileaks in cui sempre dagli Stati Uniti scrivono all'ambasciata americana dicendo c'è questa gara d’appalto e di verificare un po', ci sono un gruppo italiano, un gruppo francese che concorrono con la Parsons e di cercare di dare loro supporto. Ovviamente è tutto lecito, per carità

Sì certo

Parliamo di business, però la Parsons ha vinto l'appalto come project management. 

Avete trovato singolare questo avvallo da parte del governo americano per un'opera in Italia?

Noi nella precedente puntata avevamo fatto vedere come in questi cablo era invece venuta fuori la preoccupazione della diplomazia americana, dove scrivevano in sostanza che c'è quest'opera, se ne parla da anni, ma loro pensavano che gli unici che in qualche modo ne avrebbero beneficiato sarebbe stata la mafia. Avevamo raccontato questo.

Questo dicevano gli americani?

Sì e non lo dicevano per sentito dire al bar. Si parla di diplomatici. Avranno avuto le loro ragioni. In questa puntata invece parliamo di questi altri cablo
Dove parlano di questa loro impresa nazionale?

Dicono: “C’e questa gara d’appalto, informatevi, date supporto alla nostra...”

Ma questo accadeva è già negli anni '70, ci sono interventi diversi?

Sia negli anni ‘70 che dopo. Nel '74 è proprio Kissinger a parlare

E poi successivamente?

Nel 2005, dagli USA scrivono all'ambasciatore Spogli, quello che c'era qui in Italia, dall'America, dicendo cercate di dare supporto alla nostra azienda.






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