Tesla accusata di razzismo, Musk dovrà pagare oltre 3 mln a un ex dipendente
Il colosso americano dell'automotive dovrà risarcire per 3,2 milioni di dollari un ex dipendente per non aver preso posizioni dopo diverse accuse di razzismo
Nessun intervento sugli abusi in fabbrica, Tesla accusata di razzismo
Un respiro di sollievo per Tesla. Una giuria di San Francisco ha ordinato al colosso dell’automotive elettrico di pagare a un ex dipendente afroamericano quasi 3,2 milioni di dollari per aver chiuso un occhio sui comportamenti razzisti perpetrati nella fabbrica di auto situata nella Silicon Valley.
Il verdetto del nuovo processo, comunque, è stato una sorta di vittoria per Tesla, che era stata condannata a pagare al lavoratore, Owen Diaz, 137 milioni di dollari, nell'ottobre 2021. Un giudice ha però successivamente ridotto l'importo in linea con gli standard legali, ma Diaz ha rifiutato l'ammontare dei danni offerti dal giudice a favore di un nuovo processo.
Owen Diaz era un operaio ascensorista presso lo stabilimento Tesla di Fremont, in California, tra giugno 2015 e luglio 2016, e ha detto di essere stato sottoposto ripetutamente ad abusi razzisti e ad un ambiente di lavoro ostile, secondo la sentenza depositata in tribunale. Nella sua causa, intentata nel 2017, Diaz ha affermato che i dipendenti afroamericani della fabbrica, dove lavorava anche suo figlio, erano abitualmente bersaglio di epiteti razzisti e gesti di disprezzo.
Nonostante le denunce rivolte ai supervisori, Tesla non prese alcun provvedimento. Un vicepresidente delle risorse umane di Tesla ha minimizzato le accuse di abusi razzisti, ma ha riconosciuto che Tesla "non era perfetta" quando Diaz lavorava lì. La società ha anche affermato che da allora la situazione è cambiata in meglio.
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